Ebbene si, il Nostro incontro con lo SCEC è stato un successo e abbiamo riempito la sala.
Dalla foto (grazie Paolo!) si vede quell’alone che riempiva la sala e siamo venuti sfuocati tanto eravamo sintonizzati in quanto ci raccontava Andrea di Furia (giornalista economico Presidente di SCEC Emilia Romagna.
Grazie ad Andrea posso mettere a disposizione quella che è stata la presentazione integrale di ieri sera, certamente alcune pagine sono difficili da interpretare senza la viva voce di Andrea ma in generale si possono scorrere tutte senza problemi. Se avete dubbi chiedete…
Io personalmente oltre al colore delle persone presenti mi porto via alcuni concetti fondamentali che mi sono appuntato e che vi riporto:
Non fare da soli quello che si può fare insieme, è qualcosa che noi inGASati sappiamo bene e che già ci contraddistingue … magicamente!
Proprio questo per me è il leitmotiv dello SCEC che vorrebbe sviluppare la “nicchia” dell’economia solidale. Andrea ci ha spiegato anche che il 23% del denaro circolante da gen 2012 a Gennaio 2013 per un totale di 42 mld€.
Su 14 “domini” inglesi ben 7 sono “paradisi fiscali” … poi Andrea si è lanciato nella spiegazione del debito implicito ed esplicito … se qualcuno ha capito mi affido ai commenti …
Comunque lo SCEC è sostanzialmente un Buono sconto incondizionato legale che però non è a “perdere” ed è riconoscibile nella composizione del prezzo quindi anche detassato come qualsiasi sconto. Riconosce due categorie di iscritti: accettatori e fruitori.
Ci sono interessantissimi e promettenti esempi di inserimento nelle pubbliche amministrazioni con il IV Municipio di Roma che lo ha adottato e lo utilizza. Ora in zona Andrea sta approfondendo con diverse amministrazioni pubbliche l’adozione dello SCEC e quelli più prossimi alla partenza è il quartiere di Casalecchio dove si sta per aprire un circuito Sociale che coinvolge Famiglie-Pubblica Amministrazione e Attività economiche del quartiere.
L’associazione Arcipelago SCEC e senza scopo di lucro e vanta ormai 20.000 associati.
Ci si associa come fruitori con offerta libera (anche in SCEC) e si ricevono 50 Scec cartacei e 50 in conto corrente on line che completa così la dotazione di 100 SCEC iniziali; gli accettatori invece per l’iscrizione pagano 10 € e 10 SCEC dopodichè vengono inseriti in circuito ed anche pubblicizzati nel sito dal quale uno può capire chi e quanti accettatori e dove sono i punti SCEC più vicini a cui possibile rivolgersi.
Nella fase delle domande alla fine è emersa la domanda: “Ma dove sta la fregatura” e con una semplicità disarmanete Andrea ha sostanzialmente risposto che il punto SCEC (che raccoglie le iscrizioni e rifornisce di SCEC a richiesta … una sorta di “sportello bancario”) è tenuto da un volontario e questa domanda occorre rivolgerla a “lui” … e questo “lui” è uno di noi!
Ora a parte discuteremo come inGASati come possiamo impostare l’adesione anche se diverse idee hanno già girato quella sera … e una altro piccolo deragliamento al mondo che cammina si sta attuando 🙂
Saluti radiosi
7 risposte su “Resoconto incontro sullo SCEC inGASato”
grazie ragazzi, gran bella ed interessante serata….
Anche per me è stato davvero interessante, non faccio che parlarne con chiunque in questi giorni…e così ho “scoperto” (ma magari lo sapevano già tutti) che la Biottega dell’apebianca sta pensando di aprirsi agli scec!
MA quindi ci si può già associare come singoli o è meglio aspettare decisioni del GAS?
Chiara
Certo che ti puoi associare! forse Chiara, se siete andati via subito, non ti sarai accorta che qualcuno si è iscritto la sera stessa.
Direi che ognuno può fare ciò che vuole, ma alcune Menti Illuminate stanno pensando di rendere “obbligatoria” l’adesione agli scec a chiunque entri nel Gas…..vediamo quanta luce verrà irradiata 😉
Ro
ciao
io ho risposto anche nel blog, ma senza le domande non so in quanti riescano a collegare tutti i puntini!!
1° – io direi che il sondaggio per sapere il parere di tutti, si possa fare.
2° – con la carenza di volontari (tenendo conto che molti referenti hanno già confermato di aver necessità di lasciare l’incarico) non so se riusciremo a trovare un aiuto cassiere. Da addetta ai lavori, pensavo che potremmo pensare ad un metodo riepilogativo, in modo da pagare gli scec una volta ogni 3-6 mesi, anche perchè a volte ci sono ordini di 2-3 euro e in questo caso come fai a pagare la quota di scec considerando che il taglio minimo è di mezzo scec?
In questo caso la maggior parte del lavoro sarebbe del referente/produttore, che in base ad una spesa totale del socio (nell’arco ad esempio di tre o sei mesi) addebita tot scec al socio stesso, arrotondando in eccesso qualora sia necessario un arrotondamento – bisogna che il referente/produttore abbia un doc con elenco dei soci, da compilare con totale € per ordine, totale € per mese, totale scec mese… – un unico modello di documento uguale per tutti – e qui ci aiutano i bidelli
a questo punto i cassieri avranno una voce in più da scalare, ad esempio creando un terzo foglio nella cassa, con solo movimentazioni scec. e verrà compilato con es: quota scec per ordini Mengozzi genn+febb+mar …
ogni socio dovrà rimpinguare il conto cassa in euro e quello in scec, in un conto aperto all’associazione, non sarà intestato, ma solo fruibile dall’associazione (Alice si è informata e si può fare), così il cassiere poi paga il totale scec al fornitore in un’unica soluzione
Non so se mi sono capita, e se sia possibile/fattibile, magari servirà un aiuto contabile
3° – la quota sconto penso la debbano decidere i fornitori, se già ci fanno lo sconto forse potremmo aggiungere quota scec, e limitare gli aumenti futuri.
per i fornitore non di zona credo sia un po’ difficile pensare che aderiscano allo scec, a meno che non pensino di iniziare a contaminare la propria zona abitativa (se riusciamo a creare un giro locale, è già buona cosa per ora)
4° – remunerare con scec gli addetti? scherziamo? poi non vogliono più smettere di fare i referenti e non possiamo procedere con le turnazioni! e mi sembra ci sia una lunga coda in attesa che non vede l’ora di essere referente di qualcosa, non è che diventiamo come i politici che non lasciano mai le poltrone?
(scherzi a parte non credo ci sia bisogno, però sentiamo la maggioranza)
5° – non ho capito se serva un ‘addetto scec’ per associazione, e non ho capito come funzioni, ma mi interessa approfondire il discorso, quindi quasi quasi mi offro!
credo di aver detto la mia su tutto. ciao ciao
La serata è stata davvero curiosa e interessante anche se più ci penso e più mi faccio nuove domande….
Per quanto riguarda gli aspetti sollevati da Romeo:
1)Penso sia giusto coinvolgere tutti gli ingasati nella scelta, a maggioranza, se aderire o meno ad arcipelago SCEC. Mi chiedo se chi non era alla riunione abbia le idee abbastanza chiare per potersi esprimere… Potrebbe valere la pena riconfrontarsi sull’argomento alla prossima plenaria? … e chi non c’era Venerdì scorso magari riesce ad esserci.
2)Per la duplice contabilità €/SCEC ogni sottogruppo dovrebbe avere quindi un proprio CC anche in SCEC, ma come verrebbe gestito un eventuale conto di sottogruppo se l’iscrizione ad Arcipelago fornisce una quota in SCEC al singolo?
3)Anche per i fornitori, prima di “obbligarli†allo SCEC ci vorrebbe un po’ di formazione per farli render conto in cosa consiste e di quali sono le ns. motivazioni.
4)Perché ci vorrebbero così tanti punti SCEC (uno per ogni sottogruppo)? Non è forse un po’ presto per “capilarizzare†così tanto ancor prima di partire?
Ciao a tutti
Ciao MarcelloSara,
no di punto SCEC ne basterebbe uno su Forlì, poi ogni sottogruppo potrebbe far capo al proprio cassiere, ma vedremo il da farsi strada facendo 😉
D.
Davvero ben fatto e assolutamente innovativo!
Io dedicherei una serata plenaria in cui snocciolare alcuni aspetti concreti del denaro Vs gli SCEC. Anche comprendere che tipo di economia si genera a fronte di quella convenzionale!
Cmq dedicherei una plenaria per fare in modo di non “strappare” rispetto alla decisione, il sondaggio intanto può essere un’indicazione (da cui iniziare la discussione, così avranno parlato acnhe gli assenti!).
grazie,
A.