Ringraziando chi ha ribadito quanto il nostro GASlateo riporti a proposito del nobile rapporto con la politica mi permetto di fare alcune considerazioni sull’argomento in oggetto.
Cercherò di essere il più neutro che mi riesce nello spiegare questa alta espressione di Democrazia Diretta che è prima di tutto (e per fortuna…) uno degli ultimi modi di far esprimere e sentire cosa ne pensano i cittadini: il referendum.
Come ogni referendum abrogativo sarà valido se e solo se si raggiungerà il 50%+1 degli elettori quindi, vista anche la scarsissima pubblicità è fondamentale il passaparola ed è per questo che sono qui ad argomentarvi il mio punto di vista.
Il referendum è sui famosi “pozzi petroliferi” (più che altro sono per il gas-metano…) che sono presenti entro le 12 miglia dalla costa Italiana e che, come concentrazione maggiore, sono proprio davanti alle nostre coste Romagnole.
Queste piattaforme sono state fatte nel tempo ed avevano diverse durate di estrazione, in diversi casi rinnovabili ma che comunque portano ad una scadenza nel tempo. Le concessioni sono trentennali prorogabili comunque di altri 20 quindi ogni Società concessionaria ben sapeva che non sarebbe stata eterna e così avrà dimensionato l’ammortamento dell’investimento stesso. Con la Legge di Stabilità 2016 si stabilisce che la scadenza resta prorogata automaticamente fino alla durata del giacimento (fino all’ultimo metro cubo di gas) ed è proprio questo “particolare” che si vorrebbe abrogare con il referendum così da “liberare il mare” alla scadenza della concessione.