Categorie
Furgoncino Incontri

Resoconto Mi presento furgonesco del 09/04/25: Biopederzani – Pastaparola – Casale Nibbi – 2be4(es)

Alle 21:23 con 19 presenti Andrea da il via alle danze raccontando di Fabio Pederzani che ha un mulino a pietra (ed è anche tra i fondatori e soci del GAS di Parma…). Lo presenta come persona “schietta e sanguigna”. Siccome è modesto e non lo racconterà …  spiega anche che l’etichettatura dei suoi prodotti l’ha voluta affidare ad una cooperativa di persone svantaggiate di Fidenza.

Fabio Pederzani, con la sua famiglia, conduce l’azienda agricola, sulle colline di Fidenza, in provincia di Parma

E’ azienda biologica dal 1998 come coltivazioni, ma non come trasformazione. Per avere tutto certificato bio dovrebbe certificare anche il mulino, i silos, ecc. Fabio spiega le complicanze burocratiche dell’ente con un esempio che non conoscevo: il mulino Bio puo’ macinare anche non Bio, ma non si puo’ il viceversa. Tutte queste certificazioni farebbero lievitare i costi dei prodotti. E così si è orientato verso l’SGP  (ma che sarà … ti tocca cercartelo nel prosieguo … ocio che al priossimo mi presento verrai interrogato …?)

L’azienda ha 3 linee di macinatura a pietra: 1 fa glutine, 1 poco glutine e 1 senza glutine. I cereali seminati direttamente sono : Grano Tenero, Grano Duro Senator Cappelli, Farro Spelta, Orzo Mondo e Segale.

Con il Grano Tenero, vengono fatte tre tipologie di farine : Integrale, Semintegrale e Tipo O.

Con il grano Senatore Cappelli viene fatta una semola semintegrale , con il Farro 2 tipologie di farine (integrale e tipo O), chicchi per Zuppe, Gallette e Soffiati.

Con l’orzo Mondo farina e chicchi da zuppe.

Con la Segale, farina e soffiati.

Il Granturco viene seminato da un’azienda locale; per evitare le aflatossine, viene trebbiato leggermente umido (20-24 %) poi essiccato lentamente ad aria calda (quanto ingegno messo in pratica!!!)

Le rotazioni e sovescio (fatto per riequilibrare i nutritivi del terreno), vengono fatte con leguminose (miscugli con anche trifoglio allessandrino e pisello proteico); con il pisello proteico, si fa farina e lo si usa per le gallette. (ammetto l’ignoranza e mi sono andato a vedere nello specifico questo “trifoglio alessandrino” … non ci ho visto alcun quadrifoglio in mezzo dopo circa una settimana di paziente ed assidua ricerca quindi … la sfortuna mi perseguita; per questo non vi metto link per non estendere la sfiga. Sul pisello proteico lascio ad altre amiche la ricerca …  ?)

Il Riso rosso per le gallette e i soffiati, viene coltivato da Cascina Canta, Ceci e Lenticchie vengono coltivati da Castellina Cortonese, con cui Fabio collabora con scambio di prodotti.

Ci dice che, visto che Cascina Canta non gli fornità più il riso rosso, le gallette di questo tipo … finiranno (la sua politica è quella di avere certezze sui suoi fornitori a costo anche di togliere dalla produzione certi suoi prodotti per non affidarsi a fornitori “incerti”).

Il molino è moderno e con tantissimi tubi inox (non ho rubato la foto più significativa).

Spiega come il cereale appena mietuto viene subito ripulito dalle impurità e inserito nei silos (qui sono stato più svelto e potete ammirarli nella loro folgorante estensione

Ci mostra anche con orgoglio la principale fonte energetica per la sua azienda: un impianto fotovoltaico da 20 kW con inseguimento del sole.

Conferma anche che le farine restano stoccate pochissimo tempo perché cerca di macinarle per una vendita immediata senza quindi necessitare nemmeno di magazzino.

Serve gas anche fuori Parma (Milano – Cremona, Trentino, ecc.)

Fa molta consegna a domicilio ed ha un punto vendita in azienda.

L’azienda si trova nelle colline di Fidenza poco lontano da Persegona … zona “selvatica” e con tanti ciclisti … forse anche troppi (meravigliosa questa battuta ? specie per un ciclista solitario e disciplinato come me). Fabio, con gratitudine, spiega della sua passione di fare rete con tanti altri produttori della zona nonché con i consumatori e i GAS. Ha conosciuto Casina Canta attraverso il DES e, pur non essendo certificata bio, ha sempre creduto in loro. Il miglio lo ha cercato a lungo perché lo voleva da un produttore locale e per questo gli ci è voluto un po’ per arrivare a quello che gli piaceva. Con orgoglio spiega che nell’etichetta dei suoi prodotti sono riportati i nomi delle aziende che li hanno forniti.

A questo punto la meravigliosa novità spiegata da Francesca del DES che ci racconta di quanto Fabio abbia aiutato nel costituire un circuito consapevole per il Sistema di Garanzia Partecipata (SGP finalmente risolvi il dilemma sollevato poco sopra ). SGP è uno strumento sviluppato all’interno del Distretto di Economia Solidale di Parma che oltre agli aspetti ‘biologici’ considera anche aspetti ambientali e sociali. Costituisce una sorta di certificazione che si crea “insieme” all’interno di un territorio per garantire la vendita diretta di produttori che offrono garanzie permettendo la visita dei gasisti e raccogliendo consigli oltre a compilare insieme schede informative e illustrative dell’azienda. Queste schede sono predisposte per indagare a 360° l’azienda e permettono di sviluppare la fiducia verso il produttore ed i suoi prodotti andando oltre la “canonica” certificazione del biologico!

Alle 21:44 passiamo a Pastaparola che viene presentato da Aldo che spiega che è un laboratorio di grande qualità unito ad un progetto di grande solidarietà. E’ da tempo fornitore e membro dell’intergas di Parma e offre pasta fresca prodotta secondo le tradizionali ricette tramandate dalle nonne del luogo e con grande attenzione agli ingredienti. Il laboratorio accoglie ragazzi speciali con importanti disabilità e passa la parola a Marilena.

Marilena: Ostetrica fino a circa 3 anni fa, ha accolto, da sempre, parecchi ragazzi con problemi. Alcuni di loro, portatori di disabilità li considera, oramai, alla stregua di figli. Raggiunta la maggiore età e terminate le scuole superiori, per questi ragazzi, Marilena spiega che bruscamente cessa ogni forma di vita sociale, così come non c’è alcuna possibilità di inserimento lavorativo.

I comportamenti problematici di questi ragazzi si stavano sempre più esasperando, quindi occorreva dare una risposta al loro bisogno di amicizie e alla necessità di un riconoscimento sociale.

Ha notato che, per ciascuno di questi ragazzi, il fattore che li accomunava  maggiormente è il “particolare” interesse per il cibo, e proprio questo interesse l’ha fatta decidere ad investire su questa passione costruendogli attorno una attività lavorativa che gli permettesse di integrarsi nella società.

Ha acquistato un immobile vicino a casa, si è pensionata ed ha iniziato a costruire una azienda partendo da una ODV con i vantaggi ed i limiti che la stessa può rappresentare.

Fino a quel momento Marilena non aveva mai fatto pasta fatta in casa perché troppo impegnata tra lavoro e famiglia. Ha così dovuto “costruirsi una esperienza” chiamando come insegnanti le vecchie “resdore” del posto (e qui casca l’emiliano … perché per il romagnolo queste sono le vecchie “azdore” … ora voglio proprio sapere quale termine riconosci per fare un sondaggio della diffusione di romagnolità nel mondo …. ?).

Dopo aver aperto il laboratorio sono arrivate altre madri con ragazzi speciali per mano. Sono anche, fortunatamente, arrivate delle volontarie che fortunatamente erano per lo più maestre in pensione. Questo ha permesso di avere a disposizione persone in grado di gestire e guidare i ragazzi. Si è costituita una squadra affiatata ed i comportamenti problematici dei ragazzi sono crollati; finalmente avevano gli amici e un lavoro in cui sentirsi realizzati e riconosciuti e anche stipendiati.

Con la vendita dei prodotti Pastaparola ha potuto assumere, in 2 anni, ben 3 ragazzi; due di loro portatori di disabilità e con contratti part-time e a tempo indeterminato.

Dopo qualche mese di produzione di pasta fresca hanno approcciato anche i dolci “di tradizione” coinvolgendo così le nonne anziane che hanno portato le loro ricette.

Meraviglioso il racconto che nelle ricette originali c’era anche la temperatura del forno da stufa economica … e lo strutto al posto del burro che, ai tempi, era meno diffuso.

Verificando subito l’apprezzamento di questi dolci, il giro di vendite è cresciuto ulteriormente. Si cerca di privilegiare la materia prima a km zero e di ottimizzare quanto più possibile; a questo proposito, ad esempio, la carta da forno la usano almeno tre volte, dopo alcune critiche delle nonne che vedevano tutto lo sperpero del materiale (meravigliosa la saggezza portata dai nonni!).

Le zucche utilizzate nei tortelli, inizialmente, le hanno comprate. Poi le nonne hanno suggerito di seminarle e autoprodursele…

E così hanno preso i semi e sono state seminate direttamente da loro in un campo vicino … come concime sono andati i ragazzi con la carriola a caricare letame da una stalla poco lontana. Ma ancora non andava bene … le nonne stesse hanno portato i semi che replicano fin da bambine costantemente e con amore, e hanno chiuso il giro mantenendo anche l’originalità del seme arricchendo così i ragazzi e la squadra di nuovi saperi e tradizioni. Marilena ammette che hanno anche altri programmi (il mezzo per food truck, un home restaurant …. Insomma sono vulcanici!)

Le nonne hanno tirato fuori una gran grinta e passione; stanno insegnando ai ragazzi tante cose nuove tramandando la loro conoscenza. Quello che non sanno fare in proprio se lo imparano insieme, guardando anche tutorial su youtube e i ragazzi stessi scelgono che cosa produrre e come orientare le novità e le nuove produzioni.

Ci spiega che questi ragazzi, tendenzialmente, non riuscivano ad usare il cucchiaio per preparare gli anolini e così hanno studiato una possibile soluzione con un impasto più duro così da permettergli di gestire la posa del ripieno direttamente a mano. Ogni gnocchetto di ripieno deve pesare 4gr che, unito poi alla sfoglia, peserà 6-7gr, dopo di che gli anolini vengono controllati uno a uno nella forma e integrità. Solo in seguito il prodotto viene stoccato in frigorifero, pesato, etichettato e inscatolato dai ragazzi.

Marilena è un fiume in piena e racconta come quella della pasta in casa sia un’arte che è importante non perdere. La stessa Unesco di Parma si è rivolta a Pastaparola per dei loro eventi. Anche gli Emirati Arabi Uniti li hanno invitati per 6 mesi ad andare a insegnargli questa arte … ma hanno declinato per la delicatezza di portare in giro questi ragazzi ed anche per… salvaguardare un sano “campanilismo artistico” ?

Racconta come l’ultima assunzione è arrivata grazie ai GAS che gli hanno “impennato” la richiesta e la vendita” e così hanno fatto questo ulteriore passo avanti. Racconta anche che per ogni ragazzo speciale si deve disporre anche di un adulto che lo possa affiancare. I Ragazzi tendenzialmente lavorano dalle 10:00 alle 11:00, fanno merenda con le torte prodotte come imparato e poi lavorano un’altra mezz’ora. I volontari si sono organizzati con ogni tipo di gioco per intrattenerli “imparando” …. Nella loro attività in laboratorio i ragazzi imparano ad usare la bilancia, a conoscere la differenza tra peso lordo e peso netto e tante altre cose che, sicuramente, gli serviranno poi anche nella vita ordinaria e che hanno il pregio di mantenere viva loro capacità di apprendimento.

Hanno idee nuove per il futuro, stanno valutando di costituire un’impresa sociale superando l’attuale ODV per poter avere più possibilità sul mercato … anche se purtroppo questo farà aumentare le tasse da pagare.

Spiega infine che la farina, al momento, proviene dal mulino Spadoni di Ravenna (alluvionato con le piogge di 2 anni fa); hanno fatto qualche prova con la farina di Pederzani ma non si  garantisce il mantenimento di certe caratteristiche, nel tempo, della pasta. Il Parmigiano di tre stagionature proviene da cooperativa casearia a 500 metri da loro; nel contempo stanno cercando comunque un fornitore di formaggio bio. Confetture bio da amici della Sicilia; perseguono la sicurezza che anche la frutta sia italiana!. Le uova da un allevamento a terra ad alimentazione vegetale (le fattorie vicine non riescono a garantire la loro necessità, al momento).

 

Alle 22:08 passiamo a Casale Nibbi e Aldo li introduce.. e siamo diventati 27 presenti alla call … ?

 E’ azienda di Amatrice conosciuta tramite il furgoncino ed è salita assieme a GPS. Ha bovini da latte allo stato semibrado. Sono vicini al parco Nazionale del Gran Sasso nei monti della Laga. L’azienda è famigliare e c’è elevata attenzione al benessere animale.

Amelia spiega che in famiglia (chiama così la sua azienda…) fanno molta attenzione a fare piccoli passi rapportandoli alle disponibilità economiche e, nonostante le tante idee nel cassetto, cercano di misurarsi con le forze che possono esprimere. Coltivano mele e patate e un vigneto in un terreno vicino, in una provincia marchigiana. Hanno circa un centinaio di vacche da latte e trasformano tutta la produzione nel caseificio interno. Non sgrassano il latte.

Fa un accenno al fratello, grande lavoratore, che non si presta troppo alle riunioni ma sicuramente accoglie e accompagna volentieri chi va in azienda a trovarli!

In stalla hanno la filodiffusione e le Vacche ascoltano Mozart … ogni visitatore che entra in stalla “si illumina” (e così risparmiano sui costi energetici ….?) .

Ci racconta come ha conosciuto i GAS: circa 20 anni fa, dopo una grandinata che ha compromesso il raccolto, si è rivolta ai gas di Roma nel tentativo di vendere le mele piccole e “brutte e storte” riuscendo a trovare un punto di incontro per il prezzo; così è partita la collaborazione.

Nel corso degli anni alcune cose sono cambiate e hanno avviato anche consegne a domicilio a privati e negozi. Invita tutti ad andarli a trovare per vedere le zone incontaminate e respirare l’aria pura dei 1000 metri di quota. Sottolinea che non hanno vicini che possono contaminare con la chimica i loro campi e anche questo è un problema in meno da gestire.

E’ sinceramente appassionata di logistica e contenta di essere salita nel furgoncino e soddisfatta dello sforzo comune che c’è dietro questo progetto che con attenzione cerca di seguire e che la affascina. Sono in grado di ospitare camperisti in azienda e offrono campeggio gratuito. Sarebbe molto contenta che qualcuno vada a trovarli, e stia anche più giorni!

Suggerisce come periodo migliore per la visita, l’estate perché il clima invernale è rigido. Quando piove hanno approntato una serra per riuscire ad aumentare l’ospitalità; altre strutture più consistenti, al momento, non riescono ad offrirle.

Sollecitata da chi è andato in visita in azienda, tesse le lodi al robot di mungitura che è qualcosa di meraviglioso e permette di monitorare al meglio anche lo stato di salute delle vacche segnalando precocemente l’animale con problemi (ad esempio con febbre) e permettendo una immediata attenzione verso l’animale stesso! Questa evoluzione ha permesso anche di migliorare la loro qualità di vita. Hanno circa 100 ettari di terreni. L’alimentazione controllata (cereali prettamente) viene acquistata perché sarebbe impossibile salvare queste colture dai cinghiali. Hanno fatto un esperimento riuscito di grano duro con forma a punta circa 15 anni fa; effettivamente è risultato sgradito ai cinghiali e ora con questo cereale cercano di realizzare un po’ di pasta (molto poca per la verità).

Mediamente le loro vacche producono 25-30 litri al giorno e così riescono anche a campare 10-15 anni. Sul latte spiega che recentemente il prezzo alla stalla è anche un po’ aumentato ma resta più conveniente trasformarlo internamente (non riconoscono aumenti di prezzo per il latte biologico e di alta qualità che loro riescono ad esprimere con le loro vacche!!!)

Suggerisce a lancia l’idea di provare a creare un pullmino, oltre al furgoncino per i prodotti, in modo che si possa facilitare la visita dei gasisti … ci ragioneremo!

Aldo è entusiasmato della qualità dei prodotti di Amelia e lo racconta. Amelia nel ringraziare spiega che loro sono bio dal 99 ma che non è praticamente cambiato nulla rispetto a prima ….quindi sono bio da sempre ?. Ammette che allora si faceva parecchio a mano e ora diversi macchinari sono subentrati ma la loro cura è rimasta quella di allora.

La loro cella frigorifera contiene sia stracchino che erborinati e spiega che hanno muffe di due diverse tipologie i due prodotti.  I piccoli picchi di caldo recenti hanno contaminato un po’ le due muffe e lei stessa ha scritto sui prodotti, per chi li aveva ordinati, una spiegazione del fenomeno che comunque non ha influssi sulla genuinità. Solo alla morte non c’è rimedio … (e qui come non darle ragione…).

Loro imbottigliano anche il latte ma finora ha avuto paura a proporlo perchè vorrebbe essere certa che non finisca male … in due giorni deve essere consumato. Tocca andarla a trovare per assaggiare sto latte! Oppure aspettare l’arrivo di Manuel e sgargarozzarselo in diretta direttamente allo scarico dal camion nell’hub … ?

Fino a questo momento Amelia non ha, nemmeno indirettamente, citato il terremoto che le ha sconvolto l’azienda e la vita e questo, ammetto, mi aveva lasciato molto stranito …. Così in chat privata, quando le ho chiesto conferma di quello che avevo scritto ammette:

È che dopo 9 anni mi sembro logorroica a parlare del terremoto perché solo in pochi hanno capito che nel Comune di Amatrice vivono due tipologie di persone:

  • chi sta male
  • chi sta malissimo.


Chi sta male? Tutti. Il terremoto ha preso tutti. Belli e brutti, ricchi e poveri.
Chi sta malissimo? Chi ha perso cari o amici sotto le macerie e, in un posto di 2000 abitanti, perdere 200 persone è una bella botta. È come se ti dicessi di cancellare 200 numeri dalla tua rubrica.
Qui ci conosciamo tutti e quindi direttamente o indirettamente tutti abbiamo perso.
Dopo 9 anni c è una sorta di desolazione che ti porta a mettere un muro davanti alla parola terremoto, sai la gente va avanti nei pensieri e nelle attività e del ns terremoto il ricordo è praticamente nullo.
?

Ho scelto di riportarle integralmente queste sue parole perchè, nella loro semplicità, trapassano il cuore.

Per farle lucidare gli occhi al riguardo è Mauro che racconta di quando la conobbe, un anno dopo al terremoto, e pure lui consiglia di andarla a visitare dicendosi ancora meravigliato dei 25 litri a vacca e della vita media così alta (lui stesso segue stalle, nel comprensorio della sua residenza, che hanno vacche con produzione anche doppia e vita utile delle vacche anche dimezzata rispetto alle loro ….)

Ricorda il meraviglioso agriturismo che avevano prima e dei danni importanti che lo stesso ha subito con il terremoto.

Amelia ammette che l’esagerata burocrazia italica per la ricostruzione ha spento sul nascere tantissime loro iniziative di ricostruzione. Ci fa un esempio sul container che hanno adibito a bagno per gli ospiti del campeggio. Avendo avuto ospiti lo scorso fine settimana aveva aperto l’acqua dimenticando di tornare a richiuderla la sera. Al risveglio, uscita di casa, ha sentito il gelo nella faccia e nelle vene pensando alla spesa per la riparazione delle tubature danneggiate, poi subito dopo tristemente riscontrate. Il paesaggio è meraviglioso ma sottolinea che comunque la zona è svantaggiata e ringrazia il furgoncino che almeno permette di fare trasporti sicuri e con costi certi e definiti e, salutando tutti, si congeda stremata.

Alle 22:44 Aldo presenta Davide di Fidenza – Azienda 2be(es) – che si è avvicinato al progetto delle api grazie ad un finanziamento di MAG6 quindi nasce dalla finanza etica. Davide è uno dei fondatori del DES di Parma

Davide Sampaoli un mio coetaneo del ’69 (c’era qualcosa in lui che mi risuonava… il nostro magico anno di nascita che evoca … le migliori posizioni della nostra vita … ?) e si definisce come “in transito”, nel rispondermi alla mail in cui gli chiedevo la benedizione per quanto scritto ?

Quando nacque sua figlia conobbe i GAS proprio perché voleva il meglio per lei e da allora è rimasto legato a doppia trama a questo mondo

Spiega che già suo padre faceva l’apicoltore; ad un certo punto lui ha abbandonato il posto fisso, pur con 3 figli, per seguire questa sua passione raccolta in eredità e poi perfezionata, oltre che dagli insegnamenti del padre, anche grazie alla collaborazione con altri piccoli apicoltori.

2 bees è una piccola azienda apistica costituita nel 2012 come  ditta individuale. La sede è a Cabriolo. il laboratorio a Siccomonte – Fidenza (PR)

Partecipa al Sistema di Garanzia Partecipata come Fabio (vedi la spiegazione sopra). 

Il suo obbiettivo e lavorare secondo criteri di rispetto dell’animale ape, dell’ecosistema che ci ospita e delle persone con le quali si è in relazione.
Ogni anno eseguono analisi multiresiduali della cera che, finora, risultano totalmente esenti da inquinanti. Saltuariamente fanno anche alcune analisi del miele anch’esso senza tracce di inquinanti.

Ha deciso di mantenere una dimensione che possa permettere di lavorare sulla qualità e, per quelle che sono le forze in campo, finora è riuscito a lavorare a lavorare con un numero di arnie comprese tra le 120 e le 160. Ogni apiario o composto dalle 10 alle 24 arnie collocate in ambienti differenti che spaziano dalla golena del Po all’Alto Appennino. Predilige e va alla ricerca di ambienti ricchi di biodiversità, lontani da pericoli per le api e lontani da fonti di inquinamento.


Cerca quindi di differenziare, quando le quantità prodotte lo consentono, i mieli per tipologia e apiario, cercando di valorizzare i territori che ci ospitano.

Cerca di sostenere e promuovere il territorio in collaborazione con le aziende locali con cui si è legato da reciproca fiducia; degne di nota riporto quelle conosciute con il furgoncino: azienda agricola Pederzani, azienda agricola Persegona, ecc.

Da gasista era stato a l’Aquila dopo il terremoto e già allora si ragionava di logistica perché i corrieri che consegnavano i prodotti, attentamente scelti e selezionati, erano be lontani dall’etica tipica del GAS. 

Capisce che il suo prodotto si fa ovunque ed è orgoglioso di essere salito nel furgoncino e vorrebbe aprire, con produttori di miele e derivati come lui, linee di comunicazione e scambio di esperienze. Ha fruito di finanziamenti di MAG6 sulla finanza etica come diceva Aldo.

Gli piacerebbe poter arrivare a fare analisi chimiche approfondite dei suoi mieli per capire se le zone sono effettivamente incontaminate. Per il singolo produttore queste analisi sono troppo onerose e sottolinea come non vengano fatte nemmeno dai vari enti certificatori del bio.

L’acaro varroa viene contrastato con blocco di covata ‘forzato’ in estate, isolando la regina su un telaino per una ventina di giorni, dopodichè interviene con acido ossalico (apibioxal) gocciolato.
Un trattamento su blocco di covata naturale tardo autunnale, sempre gocciolato. Se c’è molta caduta di varroe prima di Natale viene fatto un sublimato (sempre acido ossalico – apibioxal) (va la che qui si capisce che non posso aver scritto io sta parte … per fortuna che il buon Davide mi ha sistemato la mia scarsa capiscite….)

In primavera asporta i telaini di covata, sia per abbassare il carico di varroa che, soprattutto, per fare nuovi ‘nuclei’ con regine naturali.
La tipologia di ape allevata è ape ligustica (grazie wikipedia…)

In sala smielatura la fase di disopercolatura (questa la sapevo … è il togliere il tappo di cera dalla celletta del favo), da quest’anno, è coadiuvata da una piccola dispoercolatrice a lame vibranti (a freddo). I maturatori vengono riempiti a secchi (non c’è utilizzo di pompe) e il miele viene lasciato decantare almeno 20 giorni. L’invasettamento è manuale e le etichette sono autoprodotte.

Sollecitato spiega che la fumigazione sull’arnia si fa per allertare le api all’incendio e preparale alla fuga in modo che pungano molto meno perchè intente appunto a mettersi in salvo. Va usata in modo moderato perché, certamente, non gradiscono troppo. Partecipa a dei mercatini, ha diversi GAS clienti, vende ai privati prevalentemente; non vende a grossi negozi ma a qualche negozietto bio locale e qualche spaccio aziendale. Produce anche propoli, polline (prevalentemente congelato), idromele e prodotti secondari.

Ha collaborazione con altri apicoltori e con un pasticcere di Fidenza. Barbara, Beatrice, Agata e Martino Moglie e figli) lo aiutano nei momenti del bisogno.

Alle 22:59 si va tutti a nanna e viene anticipato che il 14 maggio ci sarà il prossimo “mi presento”.

Saluti radiosi

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.