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Riflessione di Ariella su “La Simona – La Perla” di Bagno di Romagna

Di seguito una bella riflessione di Ariella; leggetela e dite la vostra, molto spesso da noi sono nate idee stravaganti e vincenti … il gruppo stesso è frutto di una di queste idee :-)))

Ciao, volevo condividere una riflessione che ho da un po’ di tempo a questa parte.

C’è o c’era, a oggi non si sa, una azienda che lavora o lavorava (“La Simona – La Perla”) proprio per il gruppo “La Perla”. Il paese è Bagno di Romagna, occupa o occupava un centinaio di persone. Poco tempo fa il gruppo è stato acquisito da una azienda americana che ha deciso di chiudere lo stabilimento di Bagno di Romagna. Premetto, ragazzi, che non so esattamente che tipo di lavorazione facevano a Bagno, nè se hanno raggiunto accordi in questo periodo breve, ma mi sono chiesta cosa si può fare?

Mi è piaciuto molto il sindaco di Scandicci che a fronte della chiusura di due stabilimenti che producevano frigoriferi, ora, ha permesso di rilevare ad un prezzo simbolico gli stessi adibendoli a produzione di pannelli solari; mi ha entusiasmato anche l’imprenditore che contattato (sempre se ho compreso) da una regione ha salvato il posto di lavoro a degli informatici della Motorola permettendo la trasformazione in qualche cosa di altro. Allora è possibile cambiare e affrontare la crisi trasformando idee in fatti e ho pensato al “made in no” e all’imprenditore delle scarpe.

Ho solo domande. Cosa potrebbero fare le persone di Bagno che lavoravano nel gruppo “la perla”? Potrebbero, che so, prendere contatti con “made in no” e magari trovare una soluzione come è stata trovata a Scandicci? Potrebbe il Gas lanciare una idea, che vada o no a buon fine è altra cosa, da condividere con le persone e gli amministratori del paese? A volte può nascere qualche cosa di buono. Come potrebbero rinascere? che so magari utlizzando per l’intimo il pizzo? magari a tombolo? o con ricami, si pensi che il ricamo italiano sta scomparendo e aziende che lavorano nell’alta moda italiana non sanno a chi rivolgersi.. altra domanda che mi pongo è: che Made in Italy è se è altrove? ma non voglio annoiarvi con tutte le domande che mi affollano la mente!!!

Mi piacerebbe sentire in movimento attorno alla esse di gas, non so perchè mi ha colpito così fortemente la vicenda di Bagno, forse perchè lavoro a Cesena, o perchè i miei nonni sono originari di là, perchè per un paesino è una botta in testa non da poco….

Che ne pensi di aprire una piccola riflessione insieme? Qualunque sia l’esito, ci abbiamo provato.

A presto

Ariella

Saluti radiosii


5 risposte su “Riflessione di Ariella su “La Simona – La Perla” di Bagno di Romagna”

tema molto interessante, c’è un contatto con i lavoratori di Bagno ?
Pietro

Dagli ultimi articoli che ho letto di sfuggita,la maggior parte erano in contratto a tempo indeterminato, tant’è che l’ultima proposta che ho letto era di una messa in cassa integrazione per due anni. Purtroppo altro non so.Dove ci si potrebbe informare?

Perdona, ho letto nel sonno contratto e non cntatto.
Forse si. ho la possibilità di essere messa in contatto con una lavoratrice.

se hai un contatto vale la pena proporre la cosa. è chiaro che ci deve essere la volontà (e la forza) da parte delle lavoratrici di diventare imprenditrici, cosa non da poco. Magari potrebbero sfruttare i fondi stanziati a livello regionale e EU per le imprese al femminile ….

Silvia

Ciao, ho scritto una mail al riferimento per made in no, e il mio contatto è stato confermato. Aspettavo risposta da made in no per capire meglio come si sono mossi loro e magari se hanno idee in proposito per scrivere una lettera aperta o andare direttamente su a parlare con loro. Appena ho news riscrivo.

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