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Riflessioni

Incontro NGT/TEA di Co-Energia e Rete Semi Rurali del 06/02/25

Alle 21:06 si inizia. Durante l’incontro arriveremo a circa 40 persone collegate…

CO energia gruppo Sovranità Alimentare Ada Rossi introduce e conduce magistralmente i lavori.

L’unione europea si appresta a legiferare su queste nuove tecniche genomiche. A differenza di quello che successe 25 anni fa con gli OGM la situazione nella Società è molto diversa. Il grande pubblico è purtroppo ignaro di quello che sta succedendo e compaiono pochissime posizione contrarie da parte di diversi movimenti; sia nel mondo associazionistico degli agricoltori che nei vari soggetti economici che nella classe politica c’è sostanziale uniformità in favore di queste colture mentre le informazioni veicolate sui principali media sono tendenzialmente a favore di questa tecnologia.

Le condizioni difficili in cui si trovano i lavoratori agricoli, i cambiamenti climatici, le nuove malattie contribuiscono a dare una visione speranzosa a queste nuove tecniche.

Rete semi rurali ha suggerito la possibilità di organizzare questo incontro e si sono incontrate le esigenze.

Giuseppe De Santis della rete semi rurali ci presenterà questo argomento.

Parte definendo un  perimetro tecnico. Il mondo agroalimentare, a prescindere da queste NGT, sta andando verso una forte omogeneità ed uniformità di prodotti e selezione di varietà e questo è altrettanto allarmante.

L’ambito di queste nuove NGT/TEA è piuttosto controverso e viene tendenzialmente tenuto confinato agli “addetti ai lavori”.

Le tecniche che afferiscono alla manipolazione dei semi hanno 3 scenari che sono tutti dirimenti per la sopravvivenza del pianeta.

  • Sperequazione nella distribuzione degli alimenti
  • Aspetto nutritivo del cibo
  • clima in forte cambiamento

Tim Lang professore inglese ha proposto nel 2003 una lettura del sistema alimentare utile tutt’ora (libro Food Wars). Sottolineava l’eccesso di utilizzo di fertilizzanti e prodotti chimici che già allora erano arrivato alla saturazione dell’efficacia e si iniziavano a percepire i primi problemi che emergevano. Bisognava quindi sostituire questo “sistema” con altri metodi. Ci si concentrò quindi sulle scienze della vita ossia la capacità della biologia di rispondere ai grandi temi come la fame nel mondo e l’agroecologia. La ricerca in agricoltura si alimentava già allora di narrative che, sovra-alimentate di finanziamenti economici, andava ad “indirizzare” la ricerca.

Il nuovo mondo che prevedeva Tim Lang era conflittuale e volto all’accaparramento di risorse. Il Sistema di mercato vedeva già allora una concentrazione di risorse in poche mani e con un ristretto collo di bottiglia (vedi immagine).

Per quanto sopra si direzionarono le promesse verso gli OGM (Organismi Geneticamente Modificati).

Promesse “epistemiologiche” di maggior produzione con meno risorse abbagliarono. Si trattava di piante, micro organismi o animali in cui parte del patrimonio genetico veniva modificato con tecniche di ingegneria genetica. Esempio il Mais Bt  che contiene una tossina batterica (Bacillus thuringiensis) dentro al chicco che doveva far resistere questa coltura all’aggressione degli insetti.

Altro esempio di OGM: i Roundup Ready (colture modificate in modo che resistano ad un diserbante specifico a base di glifosato). Le Colture OGM coprono 190 milioni di ettari nel mondo.

Ora le quantità di diserbante a base di glifosato hanno superato le quantità di “veleni” che si irroravano prima di questa “rivoluzione” e quindi, come si è fatto allora, si doveva studiare qualcos’altro.

Ma questi OGM funzionano?

All’inizio effettivamente funzionavano ma poi la natura provvede ad adattare le colture stesse, via via gli ecosistemi si adattano e così … siamo arrivati a 532  tipologie di erbe infestanti “resistenti”. Le erbe infestanti resistenti agli erbicidi sono state segnalate in 101 colture in 72 paesi.

Rispetto agli OGM, le nuove colture TEA non hanno introduzioni genetiche da parte di altre specie e si resta confinati alle stesse specie.

Sta ripartendo esattamente la stessa narrazione con cui si erano proposti gli OGM cercando di far leva su quanto sia più naturale lo scambio dentro la specie medesima e sempre ci si dimentica della natura e della sua capacità di adattamento negli anni.

Quello che noi mostriamo, al di fuori ed al di la del singolo gene, deriva da tanti geni che contribuiscono al risultato finale. Il taglio di un singolo gene non è detto porti ad un solo e determinato risultato (magari voluto e cercato). L’ordine dei dati che trasferisco alle generazioni successive derivano dalla eugenetica.

Pochi gruppi multinazionali controllano il materiale genetico dei semi presenti al mondo e questi gruppi, volenti o nolenti, detteranno il futuro.

I batteri interagiscono con la pianta, se noi vogliamo che la nostra modifica agisca su uno specifico batterio poi la natura reagirà a sua volta e troverà un nuovo equilibrio o nuove vie per la salvaguardia dei batteri stessi. 

Gli OGM avevano un quadro regolatorio che prevedeva che ogni Stato Nazionale definisse le zone di coltivazione ed il distanziamento per eliminare il rischio di contaminazione. L’Italia non ha mai definito questi aspetti. Con gli NGT/TEA questo limite (fissato dalla regolamentazione di Cartaghena), non esiste più. Inoltre per gli NGT non c’è obbligo di etichettatura e di tracciabilità. Chi è più vicino all’agricoltura è molto preoccupato dal costo che potranno avere questi semi (dal 1990 al 2020 i costi dei semi sono aumentati enormemente…) visto che dovranno ricompensare questa analisi scientifica che non potrà che procedere ed incrementarsi nel tempo per i continui adattamenti.

I primi veri agricoltori che subiranno l’impatto di queste scelte saranno gli “agricoltori biologici” perchè, per regolamento del bio, non avranno accesso a questi “pacchetti di tecnologia” che potrebbero salvare le loro colture subendo quindi i conseguenti grossi problemi. Non sono comunque esclusi gli “agricoltori tradizionali” perché l’apertura alla tecnologia ed il prezzo di accesso dipenderà da chi ne detiene i brevetti mettendo fortemente a rischio al sovranità alimentare Nazionale  e non solo.

Mentre per gli OGM si riuscivano a rilevare (pur con specifiche analisi genomiche) le contaminazioni e le modificazioni; anche con specifiche analisi approfondite, difficilmente si rileveranno queste nuove modificazioni.

Il primo riso TEA coltivato in Lombardia che resiste ad uno specifico fungo (e non ha bisogno quindi del relativo pesticida) ha ottenuto una pressochè unanime accettazione; tutti coloro che hanno messo in dubbio la liceità di questa sperimentazione sono stati posti ai limiti dell’antiscientifico, dei contrari al progresso, del luddismo.

Viene poi fatto notare come il “Ministero della Sovranità alimentare” potrebbe finire per rappresentare il sovranismo alimentare.

Se le Università pubbliche si mettessero a disposizione degli agricoltori che cosa potrebbe realizzare (ci sono 2 esempi di successo in tutto al mondo)? 

Anche se è un argomento molto specialistico dobbiamo arricchire la nostra “cassetta degli attrezzi” e cercare di entrare nel merito.

Le colture OGM, alla fine dei giochi, occupano lo 0,038% della superficie agricola mondiale; gli OGM sono funzionali ad un sistema finanziarizzato che ci specula sopra. La coltivazione di OGM deve permettere elevata produttività quindi è indirizzata prevalentemente a grossissimi latifondisti e non alle piccole aziende agricole italiane.

Viene consigliata la lettura di questo notiziario per farsi una miglior cultura dell’argomento.

Le TEA ricadono nella normativa degli OGM?: Una sentenza della corte di giustizia europea le equipara. Per la sperimentazione però è sufficiente una comunicazione e si può procedere.

Gli OGM sono stati “battuti” rispetto alla narrativa, con un’alleanza tra Coldiretti, Coop, ecc.; oggi il paradigma è completamente cambiato a livello Nazionale. Hanno già provato a coinvolgere la Coop su questi nuovi prodotti ma finora senza successo.

Se anche vogliamo ritenere meno rischioso, per la salute, questo nuovo tipo di modificazione genetica siamo sicuri che il modello economico che queste tecnologie rafforzano sia stato consapevolizzato opportunamente?

Una strada da non abbandonare è la agroecologia cercando di sviluppare la dimensione comunitaria ed agevolando i distretti del biologico; dobbiamo cercare di monitorare e presidiare, contribuendo direttamente e personalmente il più possibile sia come produttori che come consumatori.

Siamo stati, infine, invitati a mantenerci aggiornati e documentati su quanto si sta costruendo, come gruppo di lavoro, “cambiare il campo” https://www.cambiareilcampo.org/

Il fatto che questi NGT facciano male alla salute è difficile dimostrarlo come lo è stato sugli OGM perché, tendenzialmente, eventuali problemi sono difficilmente correlabili a questi prodotti. Sicuramente territori più inquinati dal maggior utilizzo di certi tipi di diserbante derivante dalle colture OGM invece sono ben più facilmente individuabili … ci possiamo permettere il rischio di aumentare ulteriormente queste aree con le nuove tecniche genomiche?

Alle 22:45 chiudiamo l’incontro in 31 valorosi ?

Saluti radiosi

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