A chi si collega puntuale parte subito una “frustatina” di Diana per riconoscersi con nome e Gas di appartenenza nel collegamento … e alle 21.21 si parte tutti belli allineati.
Diana passa subito la parola a Mauro dopo 3 minuti netti … inutile riconoscere ancora una volta alle donne il dono della sintesi ed efficacia!
Mauro ci parla di Lorenzo, spiegando che lo conosce da oltre 10 anni quando gli illustrò il progetto che coinvolgeva i ragazzi fragili reclusi nel carcere minorile di San Beccaria. Lui e Lorenzo si sentono spesso condividendo le preoccupazioni relative al mantenere alta la progettualità e la stima su questo importante progetto cercando di estenderlo oltre i confini di Milano verso cui si rivolgevano abitualmente. Lorenzo ha gestito una panetteria “nel secolo scorso” ma non si è messo a riposo, pur avendone la possibilità, andando a creare questa importante realtà cooperativa. Inizialmente (si parla del 2013) nacque nel tentativo di riattivare un laboratorio dentro all’Istituto Penitenziario Beccaria per poi diventare una vera e propria professione per alcuni di questi ragazzi. Verso le 21:30 Mauro passa la parola a Lorenzo
Lorenzo Belverato fondatore e socio della Soc. Coop. Sociale “BUONI DENTRO”.
Quando ha lasciato la sua attività di panettiere si è concentrato nel far ripartire il laboratorio già esistente dentro al carcere e che si era fermato attorno al 2012. A quei tempi i ragazzi erano stati formati più che altro per didattica personale ma lui vuole portarli “oltre”. Ha quindi provato a portare il concetto di rispetto per il lavoro delle persone e per i prodotti che le stesse riuscivano a creare, avviando così una vendita all’interno del carcere minorile; vendita con la quale si rimborsavano i costi puri del materiale.
Sentendo apprezzato il loro lavoro, i ragazzi hanno voluto ampliare il giro iniziale. Lorenzo e i suoi amici da subito hanno scelto di dare ai ragazzi stessi la responsabilità degli ordini di acquisto, degli ordini delle materie prime, della contabilità dell’attività sempre aiutandoli e responsabilizzandoli, in questo modo, al lavoro.
Nel 2014 hanno rilevato una attività in Piazza Bettini così da avere uno “sbocco esterno” di vendita, con l’intento di accrescere le competenze dei ragazzi per poi spenderle nel mercato del lavoro.
Lorenzo poi rileva come non sia così facile insegnare un mestiere ad un adulto … figuriamoci ad un ragazzino … specie un ragazzino che inciampa così pesantemente nel suo percorso di vita.
Rileva come l’esperienza che maturano i ragazzi che si trovano a collaborare al progetto, permette loro di accrescere la consapevolezza e l’autostima assegnandoli anche un preciso ruolo nella Società. Spiega poi come restino costantemente in contatto con i ragazzi quando finiscono la pena; con gli occhi lucidi racconta di come alcuni siano diventati baristi, altri pasticceri, e altri fanno altri mestieri. In tanti si sono reinseriti nella società non come dei “disadattati” ma come dei ragazzi di una consolidata levatura morale ed umana.
Il bilancio economico positivo è stato importante e fondamentale per la strutturazione del progetto. Lorenzo rileva come il pane vada commercializzato in poco tempo pertanto hanno orientato la panetteria esterna a questa produzione; biscotteria, panettoni e colombe sono sicuramente più facili da gestire anche nel laboratorio interno al carcere. Il valore sociale di questi prodotti si unisce alla qualità e piacevolezza dei prodotti finiti.
L’età dei ragazzi non aiuta in consapevolezza di se stessi ma Lorenzo e gli altri suoi collaboratori si sforzano di superare tutte le difficoltà che, mano a mano, inevitabilmente si incontrano.
Spiega anche come pochi sono i ragazzi che offrono una certa continuità, tanti sono “saltuariamente” disponibili o finiscono anzitempo il loro percorso di formazione per le vicessitudini della giustizia.
Relativamente alle recenti questioni dei maltrattamenti emerse sul carcere Beccaria, spiega Lorenzo che non ha mai avuto avvisaglie o sospetti di alcun genere. Lui e i suoi collaboratori si sono fatti l’idea che i ragazzi che vengono destinati al progetto (decisi su scelta della Direzione carceraria), siano comunque quelli meno “problematici” quindi anche con meno possibilità di essere interessati dai maltrattamenti pertanto meno intercettabili dagli esterni.
Rileva anche una criticità legata ad una “mancanza di prospettiva” che dia una direzione chiara e netta ai ragazzi. Ha notato poi che, mentre una volta i ragazzi avevano età media di circa 16 anni e c’erano anche diversi italiani, ora sono per lo più stranieri ed anche abbastanza al di sotto dei 16 anni. Ragazzi che hanno anche problemi nell’esprimersi in lingua italiana e questo può portare ad un maggiore isolamento all’interno del carcere. Alcuni hanno gravi problemi di dipendenze e di indisponibilità ad essere “avvicinati” opportunamente così da poter essere aiutati e, per lio, il carcere non sarebbe il percorso migliore per la loro riabilitazione.
Anche l’alternanza dei componenti della Direzione delle carceri minorili, piuttosto rapida e ravvicinata nel tempo, fatica a permettere la strutturazione di progetti sul lungo periodo e quella creazione di una prospettiva solida e definita sia per i reclusi che per tutto il personale carcerario.
Questa scarsa stabilità e solidità faticano e permettere di proseguire con serenità e continuità questi progetti.
Lorenzo ribadisce ancora una volta come la presenza della struttura di “Buoni Dentro” è un punto di forza notevole che lui stesso riscontra ogni volta che, chi ha conosciuto il percorso e ritorna alla vita ordinaria, chiama per aggiornare sulle proprie evoluzioni e la propria “carriera” nella vita che prosegue.
Alle 21:50 si apre alle domande.
Michela Gastone apre le marcature …. Non pensate che riporti i nomi di tutti quelli che fanno interventi però! ?
Lorenzo spiega che dentro al carcere Beccaria mandano da 1 a 5 ragazzi. Ogni giorno fa storia a se ed i numeri variano, mediamente 2 o 3 ragazzi ci sono. La cooperativa chiaramente fa lavorare quelli che arrivano indistintamente. Un paio di ragazzi, normalmente, riescono a dare una certa regolarità (ma dopo la recente problematica c’è meno continuità che non in passato…). Questi ragazzi vengono regolarizzati con un contratto di lavoro. Per Piazza Bettini (negozio esterno), solitamente va un ragazzo al mattino ed uno al pomeriggio; da un po’ ne hanno solo uno disponibile (italiano), che è stato recentemente spostato al carcere di Bollate, ma che continua ad essere mandato con una certa continuità e che presto finirà la pena. Lorenzo non nasconde che altri ragazzi, che erano “passati” dal negozio e sono stati rimandati a casa a fine pena, sono poi ricaduti (sottolinea che ritornare a casa induce in più forti tentazioni di tornare alla vita precedente e alla reiterazione degli errori commessi). Auspica di riuscire a destinare questo ragazzo (si percepisce l’attaccamento umano che è nato nei suoi confronti!), non alla sua casa origine ma in altre modalità di rientro alla vita “civile”.
Il lievito madre si usa sui lievitati e su due tipi di pane (grano duro e grano tenero); panettoni e colombe sono con lievito madre. I biscotti solitamente vengono fatti con bicarbonato o cremor tartaro.
Per le farine che si usano in panificazione, dovendo avere certe caratteristiche per la commercializzazione dei prodotti (elevate proteine in alcuni casi o con definiti tassi di glutine, per esempio), vengono fornite da mulini che offrono questa garanzia di fornitura e di continuità. Per i prodotti integrali usano farine biologiche acquistate dagli stessi mulini o dal podere Monticelli di Lodi. Producono anche pane per le suore di Baggio e per i Frati di via Osoppo, pane che viene fatto con farina ricavata da frumento di un parco della zona di Milano specificatamente destinato a questo scopo dal Comune. Il panettone agli 11 grani ha farina del podere Monticelli.
Latte: viene usato quello fresco della distribuzione, uova di una ditta di Trezzano sul Naviglio che le raccoglie dal territorio limitrofo.
Entro le 09:00 i ragazzi scendono dal carcere solitamente; nei momenti di maggior necessità (panettoni e colombe), arrivano a rimanerci anche fino alle 17:00.
Le continuità di produzione è importante perché in piazza Bettini la vendita è consistente e costante. In quella panetteria ci sono due panettieri (che non provengono dal Beccaria), 3 commesse, 1 pasticciera oltre a una contabile. Questo serve per mantenere l’attività in produzione. Il carcere Beccaria aiuta anche economicamente, a sua volta, per l’inserimento dei suoi ragazzi in questo progetto.
Il risvolto Sociale è comunque importante perché, in Piazza Bettini, dal 15/02/2014 sono stati creati 7-8 posti di lavoro all’apertura di questa attività. Attività con bilanci ufficiali e positivi che permettono sia di fare investimenti che pagare i lavoratori e questi ragazzi.
Lorenzo confida anche che un ragazzo del carcere gli ha spiegato che, dentro allo stesso, i ragazzi che creano problemi e che sono stati interessati dalla pratica saltata alla cronaca di recente, sono di un gruppo più “disallineato” e con un comportamento forse più ribell. Comportamento che sicuramente si presta maggiormente a risposte ad atteggiamenti delle guardie più inflessibili. Ribadisce comunque ancora una volta che la solidità ed autorevolezza dentro al carcere sarebbe comunque in grado di difendere sia i ragazzi che gli agenti penitenziari.
Alle 22:20 si chiude l’intervento, ringraziamo in coro Lorenzo di cuore per quanto sta portando avanti con la Cooperativa Sociale garantendogli il nostro aiuto ed appoggio anche nel futuro!
Passiamo a Consuelo Paris e Mohamed Rafia Boukhbiza della Cooperativa Asdikae Bila Houdoud per il progetto “ACQUA POTABILE E VITA PER TIZNIRINE”
Mauro li conosce da un paio di anni, dapprima li aveva invitati al mercato di Solidando. Spiega come la loro esperienza sia nata a Bologna con l’associazione “Sopra i ponti” avviata dalla comunità Marocchina. A Natale dello scorso anno gli hanno proposto di aiutare concentrandosi su un progetto orientato ad un villaggio pesantemente colpito dal terremoto per costruire tubazioni e pozzo per l’acqua. Ha già aderito con il suo GAS all’acquisto di alcuni prodotti marocchini ed ora proponeva di farli salire nel furgoncino.
Alle 22:24 tocca a Consuelo e Mohamed; quest’ultimo spiega che tutto ha avuto inizio attorno agli anni ‘90 con la creazione dell’associazione sopra il Ponte che inizialmente si occupava di integrazione e del mantenimento della cultura araba per i giovani. Mohamed, nel tempo, ha fatto studi per diventare mediatore culturale per riuscire a meglio coordinare le attività. Nel 2008 e 2009 sono scesi nei loro villaggi di origine per gettare le basi si possibili iniziative per farli crescere e progredire. Sono stati aiutati anche a presentare progetti europei (e non solo) per creare reti stabili e loro hanno sempre cercato di sfruttarli. Dal 2014 ad oggi hanno creato una solida rete di cooperative sociali per cercare di cooperare con i loro territori origine. Anche il Covid ha messo a dura prova la rete, azzerando inizialmente il turismo responsabile che avevano avviato. Poi c’è stato il terremoto e, collegandosi alle necessità del territorio, hanno inviato tende ed alimenti per le popolazioni colpite. Al villaggio di Tiznirine sono stati accolti molto caldamente anche perché il terremoto ha “rinvigorito” la sorgente da cui si approvvigionavano a 3 km dal villaggio. Tra l’altro prima l’acqua di questa fonte era salata e non potabile mentre, dopo il terremoto, è diventata potabile e molto più abbondante. Il “Comune” ha scavato un altro pozzo che offre una portata di 2 litri al secondoe che già rifornisce il villaggio immediatamente vicino alla stessa. Dallo stesso pozzo, per il tramite di una condotta e delle pompe alimentate con pannelli fotovoltaici, si vuole fornire anche acqua al villaggio di Tisnirine, distante 3 km. A fine luglio – inizio agosto alcuni Scout di Bologna e Rimini interverranno per aiutare nella costruzione (sempre pensato che gli scout hanno due marce in più 😛 )
Ogni anno in Marocco organizzano un momento di incontro aperto alle varie realtà ed associazioni del posto, incontro volto alla formazione e a cercare di aiutarli a migliorare le loro economie. Consuelo ci parla anche delle iniziative sul turismo responsabile e della cooperativa “Amici senza Frontiere” che è composta da circa 10 persone ed è associata ad altre 20 cooperative assieme anche alla cooperativa “Viaggi e miraggi” (per l’Italia), ed un’altra organizzazione che opera in Francia. Le cooperative del Marocco sono incentrate prevalentemente sulle seguenti produzioni: alimentari, trasformati, datteri, cosmesi e artigianato. Stanno concludendo anche progetti con la chiesa Valdese per altri pozzi e pompe che servono nelle zone desertiche. Organizzano anche corsi di primo soccorso. Con le quote progetto dei viaggiatori si accantonano anche 50 € a persona che finiscono in un bando di rete per progetti che nascono dalle esigenze delle cooperative della rete.
La scuola Sociale “Sopra i ponti” ha dato la spinta propulsiva per la nascita di tutta questa rete. Ci spiegano che a Bologna hanno scuola di arabo con un centinaio di bambini e perseguono mediazione culturale e Sociale, naturalmente organizzano anche corsi di Italiano per i migranti marocchini. Ci tengono a ringraziare anche il Sindaco di Bologna per aver esposto negli uffici del Comune la bandiera della Palestina in segno di riconoscimento.
Sia Francesca Marconi del DES Parma che Piero di tea Natura hanno fatto esperienza di turismo responsabile e ce ne portano a conoscenza con entusiasmo, interessante rilevare come entrambi lo ripeterebbero!
Consuelo e Mohamed ci raccontano anche di come abbiano passato il periodo dei lock down del covid, di come fortunatamente avevano presentato due progetti che sono stati autorizzati durante il covid. Grazie a questi progetti, un po’ rivisti per l’impossibilità di far venire in Italia alcuni dei loro paesani per poterli formare, hanno cambiato il paradigma. Sono state così individuate 6-7 persone che hanno fatto una carovana attraverso il Marocco; queste persone facevano delle dirette facebook. Anche grazie ad una brava informatica riuscivano, via via che si spostavano, a trasmettere i rudimenti per crearsi canali di promozione tramite facebook alle cooperative che incontravano.
La cooperativa Amici senza Frontiere, oltre alla sua attività di coordinamento, segue anche il turismo responsabile come anche “Viaggi e miraggi” e le due si compenetrano e coordinano nell’accompagnare i viaggiatori.
Il mediatore culturale aiuta molto durante il viaggio per riuscire a mostrare ai turisti la vera essenza della loro magnifica terra Marocchina.
Consuelo poi ci sottolinea alcuni progetti che verranno finanziati dalla rete che hanno creato:
- una strada per congiungere un villaggio ora raggiungibile solo con il trattore;
- un altro pozzo per rifornire di acqua un altro villaggio;
- la nascita di una cooperativa in un villaggio in pieno deserto che formerà le donne all’utilizzo delle macchine da cucire, per diversificare la loro attuale produzione;
- un giardino in un villaggio molto arido e desertico per far rinascere la speranza.
Stanno cercando, ora, di formare una squadra di giovani di Casablanca per predisporre gli ordini che vengono inviati poi ai GAS Italiani così da permettergli maggiore stabilità nella gestione degli ordini.
Diana chiede come si potrebbe collaborare e a quale progetto.
Consuelo ci spiega che loro fanno 3 ordini all’anno per i GAS, a metà giugno arriveranno a Bologna e poi verranno distribuiti ai vari ordinanti.
Per i prodotti si va dal cus cus anche fatto a mano ai legumi all’olio di argan, tessuti, vestiti, datteri. Il listino è ora su un foglio excel (sotto il link …. devi continuare a leggere … 😈 )
Per il prossimo viaggio del furgoncino (previsto a fine novembre – primi di dicembre) si potrà sicuramente collaborare in quanto anche loro hanno già pianificato un nuovo invio di ordini a fine ottobre.
Si possono vedere anche i prodotti in alcune pagine FB; qui l’unico mio momento di rammarico, vissuto da 5 anni a questa parte, per l’essermi cancellato da quel social …. Rammarico immediatamente rientrato quando ho scoperto che sia il listino che le informazioni sulla provenienza dei prodotti e delle cooperative riuscivo comunque a raggiungerle …. Ho proprio fatto bene a cassare facebook dalla mia vita ?
Per le iniziative proposte di turismo responsabile, le proposte sono sul sito di Viaggi e Miraggi. Anno scorso hanno ricevuto 220 viaggiatori e, già ora, sono a 100 viaggiatori per quest’anno quindi sono confidenti di poter superare i numeri di anno scorso. Sia Consuelo che Mohamed ci garantiscono che l’accoglienza è calorosa e spontanea perché il Marocco è un “popolo della gentilezza”. Ci sono culture diverse in quei territori, culture che si sono “incrociate” garantendo tolleranza e multiculturalità degli abitanti.
Alle 23:20 stanchi stanche ma felici felicissimi ci lasciamo ?
Se sei arrivato fin qui meriti anche un proverbio africano che mi ha sempre affascinato nella sua semplicità e linearità ed a cui ho cercato di attenermi da sempre:
Il sogno di una persona sola rimane un sogno… quello di tante persone insieme è la realtà che comincia
Grazie Furgoncino!
Saluti radiosi