Una bella ricerca, finanziata dalla Regione Toscana (prima di tutto controllo da dove provengono i finanziamenti delle ricerche … altrimenti finisce che davvero crediamo che il contante abbia maggiore impatto ambientale rispetto alle carte elettroniche di pagamento …. ), all’Università degli Studi di Firenze si è concentrata in una meravigliosa analisi della filiera agroalimentare della Produzione-Distribuzione e Consumo su latte fresco e pomodoro proprio nella vicina Toscana.
Il tutto è stato pubblicato sulla rivista Agriregionieuropa di cui ho ricevuto un abstract da un amico dei GAS romagnoli (gran bel sodalizio di saperi si stanno sviluppando interconnettendosi anche con gli altri GAS … grazie Luigi! )
Tralasciando il latte fresco, perchè mi par di capire che le differenze siano limitate per le tipologie prese in esame; sul pomodoro si osserva una sensibile differenza in termini di grammi di anidride carbonica equivalente rapportata al kg di pomodoro (gCO2eq/kg). Davvero mi ha stupito che siano stati considerati i GAS con l’analisi sui prodotti locali sfusi ma ero sicuro già del risultato.
Riporto qui la tabella comparativa che ne è venuta … guarda un pò che cosa ti ho evidenziato in verde … 😛
Questa sopra è stata estrapolata dall’abstract dell’articolo (clicca qui e lo vedrai). Mi sono permesso di evidenziare gli aspetti che ho reputato salienti casomai non volessi leggertelo tutto anche se te lo consiglio di cuore 🙂
Ragazzi, è dura ma queste analisi noi le facevamo con il comitato mensa e l’Università Bicocca già nei primi anni 2000 …. allora ci limitavamo all’impatto delle verdure bio locali rapportandoli alle mensa di Meldola.
Il conforto di uno studio universitario è sicuramente una dimostrazione ulteriore di quello che il buon senso già ci permette di realizzare senza troppa fatica: usare prodotti di stagione, locali, da aziende rispettose della Natura e dell’ambiente, con imballaggi riutilizzabili e a rendere aiuta certamente non solo in termini di CO2 … ma anche di salute!
Saluti radiosi
Una risposta su “Pomodoro gasista ed emissioni CO2- ricerca finanziata da Regione Toscana”
Interessante: la scienza, quando lavora con coscienza e non solo per soldo, tira fuori i giusti risultati, che generalmente sono quelli suggeriti dal buon senso, come in questo caso. Qui, dalla tabella, intuisco che il grande vantaggio in termini di mancate emissioni del prodotto sfuso su GAS dipenda soprattutto dalla Distribuzione (B) ovvero dal sistema di distribuzione, che nel caso del GAS è sicuramente più faticoso, ma non comporta il tenere aperti supermercati con consumi mostruosi e limita anche i consumi per la catena del freddo, oltre al km0 ovvero la prossimità, che comporta minori emissioni per il trasporto. Poi sicuramente sulla Fase Agricola (A) come dici tu influisce il tipo di coltivazione, con preferenza per sistemi di agricoltura più biologici e naturali possibili.