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Riflessioni

Acqua pubblica e referendum

Non ne ho mai scritto sul blog perchè, in fondo, è una “campagna” che poco c’entra con il GAS ma con sto spione di internet tanti gasisti mi hanno chiesto aggiornamenti sulla riduzioni di acqua impostata da Hera alla fornitura idrica della mia famiglia a seguito dell’adesione alla campagna di obbedienza civile del forum dell’acqua e così riporto anche qui le mie considerazioni, purtroppo amare, ma che non affievoliscono comunque i … saluti radiosi 🙂

Ebbene si, siamo partiti dalla riduzione dell’acqua e siamo arrivati allo sfinimento!

Dopo aver analizzato diverse possibilità con il legale, valutate diverse opzioni, ricevuti e graditi solidarietà e stimoli ad “andare fino in fondo”, condivise con il Comitato Acqua ed il Forum Nazionale dell’acqua le possibili opzioni, la mia famiglia deve prendere una decisione.

In punta di diritto, cari con-cittadini e co-contribuenti di questo nostro Stato Italiano, il referendum del 2011 sanciva l’abrogazione della “remunerazione del capitale investito” che era al 7%. Questo è stato eseguito, naturalmente all’italiana, e cioè cambiandogli il nome e trasformandolo in “oneri finanziari e fiscali” e portandolo al 6,4% circa in totale. Mi ricorda tanto un altro referendum sull’abrogazione del “finanziamento pubblico ai partiti” che tutti noi sappiamo come è andato a finire e come sia migrato a “rimborsi elettorali”!

Insomma sull’acqua non si possono fare i profitti e così gli italiani sono stati “ripagati” con uno sconto dello 0,6% …. pensa te!

Mi aspettavo, perlomeno, che il Parlamento sovrano decidesse con una nuova legge sulle conseguenze del referendum abrogativo. Invece chi decide ed ha deciso le nuove tariffe ed il nuovo sistema tariffario per l’acqua? Presto detto: l’Authority per l’Energia Elettrica ed il GAS (AEEG) cui da poco si è aggiunto anche il Servizio Idrico integrato (facendola diventare AEEGSI)! Ma come trae il suo approvvigionamento e come si sostiene economicamente questa Autority? Anche qui si scopre che l’autority si sostiene con le risorse che provengono dai soggetti gestori del servizio, quindi dalle varie aziende che gestiscono i servizi di erogazione dell’acqua. E’ proprio vero, in Italia non esiste il conflitto di interessi!

Orbene torniamo a noi (“obbedienti civili” cioè rispettosi dell’esito referendario divenuto Legge di Stato ), definiti dal Sindaco “benestanti”, che abbiamo l’acqua ridotta e con tre figli minori e, come dicevo sopra, sfiniti dagli eventi. Dopo che Hera si rifà alla sentenza del TAR della Lombardia (pensa te … siamo in Emilia Romagna ma, siccome questa “li aiuta”, diventiamo anche lombardi … e con il termine inglese “full recovery cost” si cerca di rinominare qualcosa che gli italiani hanno sancito di NON VOLERE) contro la quale peraltro il Forum Acqua bene Comune ha presentato a Luglio 2014 ricorso al Consiglio di Stato.

Le scelte percorribili ora sarebbero sostanzialmente due:

  1. Ricorso d’urgenza al tribunale con procedura “700”
  2. Pagamento con riserva e senza riconoscimento del debito quindi poi procedere (eventualmente) per vie giudiziarie per il recupero dell’importo pagato

La prima soluzione apre ad una serie di possibili conseguenze che comunque vedrebbero la mia famiglia pericolosamente esposta moralmente ed anche finanziariamente a importanti procedure legali che non hanno nemmeno tempistiche certe ma che, una volta innescate, vedrebbero Hera più sicuramente “esponibile” per la sua sicuramente più elevata disponibilità finanziaria che le permetterebbe anche un’ampia gamma di scelta sul collegio legale che la rappresenta.

La seconda soluzione permette tempistiche più dilatate per l’analisi e l’eventuale partenza delle procedure giudiziarie ma anch’essa con costi morali ed economici comunque ingenti in riferimento alla cifra relativamente irrisoria in campo (circa 125€ in poco meno di 3 anni … ma pensa quanto diverrebbe moltiplicandola per le tante famiglie allacciate al servizio idrico …) per aver semplicemente non pagato la semplice quota relativa alla remunerazioend el capitale investito abrogata dal referendum!

La cosa che più mi fa male è che la mia famiglia dovrebbe sobbarcarsi il carico morale ed anche economico delle spese legali nostre e, nel contempo, contribuirebbe a pagare (assieme ai cittadini che usufruiscono dello stesso servizio idrico) anche le spese della controparte (Hera in questo nostro caso) che la “politica” ha creato e che si ostina a definire di proprietà pubblica (le azioni sono detenute anche dai Comuni … oramai sotto al 50% …). Questo è veramente e semplicemente un paradosso!

Martedì prossimo si imboccherà una strada …. mi piacerebbe leggere le tue opinioni anche se la scelta due mi sembra oramai obbligata visto e considerato che l’opinione del nostro attuale premier e del suo Governo è già stata tracciata con l’approvazione della Legge Sblocca Italia (articolo 7 in particolare), e della legge di Stabilità, dove la linea della privatizzazione forzata del servizio idrico è tracciata chiaramente ed a dispetto del risultato referendario da tempo Legge di Stato (mi spiace che si sia scesi anche nell’attualità politica ma pariamo oramai tutti ipnotizzati e rassegnati a quanto sta accadendo e non mi sembra che nessuno abbia più voglia di difendere i servizi pubblici!)

Grazie a chi vorrà dirmi la sua

Saluti radiosi
 

3 risposte su “Acqua pubblica e referendum”

Forza Romeo,

a questo punto fai la scelta migliore per la tua famiglia, perché stare senz’acqua è dura! Comunque già essere arrivato fin qua è stato un grosso risultato per smuovere almeno un po’ di coscienze di cittadini (ché tanto le coscienze di chi sta ai piani alti non le smuovi neanche con una ruspa, ahimé).

In bocca al lupo

Davide

questa è l’Italia.
ciò che scegli è certamente e indiscutibilmente giusto.
Irene

Se anche solo il 5% delle persone avesse la tua passione e dedicasse lo stesso tempo alle cause giuste l’Italia sarebbe decisamente migliore! Grazie! Fai la scelta giusta ricordandoti che hai tre figli da tutelare!
Maurizio

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