Salve a tutti, sono dadecresce villagrappa ( alias Davide Crescentini)E sono tra i soci fondatori di Gaia (un’associazione di promozione sociale non riconosciuta). Da circa un paio d’anni, insieme ad alcuni amici, abbiamo deciso di creare un’associazione che ci permetta di contribuire alla diffusione di stili di vita sostenibili, alla riscoperta dei profumi e dei sapori del proprio territorio, alla crescita culturale e, prima di tutto, all’incontro tra le persone che quel territorio lo abitano. Per questo motivo, da circa un anno, stiamo lavorando ad un sistema che renda più semplice la gestione finanziaria e logistica dei gruppi e, soprattutto, più semplice iniziare ad acquistare con voi (io ci ho messo circa un mese e mezzo per fare il primo acquisto…).
Gaia per i GAS si occuperebbe di :
fornire un’inquadramento giuridico e fiscale
Gestione e manutenzione del sito (lasciando la possibilità ai vari gruppi di acquisto di gestirsi da soli le proprie pagine e forum)
Gestione della contabilità (l’idea è di rendere automatica o quasi tutta la rendicontazione, fornendo uno strumento più semplice da leggere ed interpretare rispetto all’attuale file excel)
Gestione degli ordini più semplice e chiara sia per chi fa il ritiro che per il produttore stesso
ridurre la quantità di mail giornaliere ricevute tramite l’organizzazione in forum per argomento e per gruppo
acquisire rappresentatività nei confronti delle autorità territoriali(l’idea è di chiedere una sede per organizzare eventi e ritiri)
In sostanza, vorremmo caricarci sul groppone la parte burocratico/organizzativa e lasciare ai Gasisti quelle che sono le attività per cui nascono in fondo i GAS ovvero Decidere, Informare, Organizzare Eventi Culturali e, soprattutto, Consumare Consapevolmente.
Al momento stiamo terminando una prima versione del sito tramite la quale sarà possibile effettuare tutte le operazioni di gestione del Gas Insieme a Pietro Venezia stiamo organizzando la parte informativa del GAS ovvero le schede dei produttori e dei prodotti che permetteranno di valutare l’impatto ambientale degli acquisti fatti. Per Trovare una versione defnitiva delle schede e dei meccanismi ci serve il vostro aiuto. Se qualcuno di voi è interessato, vi prego di contattarmi, sarò felice di spiegare più nel dettaglio ciò di cui abbiamo bisogno.
Il link al Sito è : Gaia Il link alla pagina del GAS è : Gas Ingasati – Villagrappa (questa pagina è solo un esempio, in futuro, ogni sottogruppo avrà un calendario sul quale sono segnate le aperture e chiusure degli ordini, cliccando sull’ordine prescelto si andrà direttamente alla vetrina dalla quale, dopo aver inserito le credenziali, si potrà acquistare.)
Spero almeno di avervi incuriosito, resto in attesa di un riscontro.
Ciao a Tutti.
Davide
18 risposte su “Gaia e un nuovo possibile aiuto agli ingasati”
Ci sono state una serie di mail sul tema provo a metterne una con botta e risposta abbracci Pietro
Intanto vorrei chiarire un concetto fondamentale: Sicuramente mi piacerebbe creare posti di lavoro con questo progetto, ma 1- ABBIAMO Fatto UNA NO PROFIT PERCHÉ ESCLUDE IL FINE DI LUCRO … 2- siamo convinti che il GAS faccia già molto, ma sia troppo DISPERSIVO, tutte le energie che ci mettete(mettiamo visto che sono riuscito ad entrare anch’io finalmente!) potrebbero fare molto di piú per la comunità in cui sono spese se non fossero occupate ad aggiornare files excel?.. 3- é giusto dare la possibilità di ACQUISTARE CONSAPEVOLMENTE da Filiere Cortissime anche a chi non ha il tempo o le energie per partecipare attivamente, senza che ció “sfibri” ( questa espressione usata da Romeo mi piace molto!) chi é attivo. 4- tramite il ricarico si pagheranno le spese gestionali e si accantonerà una quota per sviluppare “progetti sostenibili” e tutto sarà trasparente ed online 5- i progetti sostenibili sono di due tipi: progetti strategici per Gaia, proposti dal consiglio e finalizzati a coprire sostenibilmente le necessità di Gaia Progetti proposti da singoli e gruppi(di qualsiasi tipo, basta che l’assemblea (sul sito é wikiGaia) li valuti come sostenibili) 6- sono i singoli utenti che, votando, decidono a quali progetti destinare i fondi
Detto questo: Io sono assolutamente d’accordo, noi buttiamo le idee e siccome col mio team è un pezzo che ci lavoriamo e ci crediamo, andremo avanti per questa strada.
Per il momento ho voluto parlarne con voi, e già faccio fatica(questione di tempo) a rispondere (stó lavorando all’ultima mail di romeo, ma è lunghissima…) prima di presentarlo a tutti ed essere sommerso di critiche, domande e rifiuti(inutile non considerarli) volevo individuare quelli che sono, secondo voi, i punti piú critici per curarli, magari insieme a chi di voi potrebbe credere nel progetto, per la presentazione da fare a tutti… Vi chiederei, per chi é disposto, di non affrontare quello che propongo come uno schema definitivo, ma come un disegno di cui si é tracciato solo lo sfondo e solo alcuni dei tratti salienti del soggetto, i particolari cominceremo a disegnarli adesso ed é per questo che adesso mi sono rivolto a voi…
Si potrebbe organizzare, se ci state, una plenaria per : 1 evidenziare quelle che sono le imperfezioni del sistema che usate voi(e la parola “imperfezioni” é scelta per assicurarvi che sono solo poche cose da aggiustare) 2 presentare GAIA ai gasisti e sentire quelli che sono i loro di dubbi… E capire chi ci stà a sperimentare
Per accelerare il discorso, ci terrei a compilare, insieme a voi( sinceri, mi raccomando) una lista di quelli che sono i difetti del sistema attuale e, soprattutto, i difetti che avrebbe, per come l’avete capita voi, GAIA…
Sono perfettamente cosciente di quanto un cambio cosí possa inquietare, ma sono convinto che se i problemi sono reali( trad.: non seghe mentali) hanno una soluzione ed insieme possiamo trovarla!
16/11/2011 ore 13:04 Davide risponde: Bene bene! Adesso iniziamo a ragionare!
Avevamo problemi di sviluppo e abbiamo deciso di organizzarci in sottogruppi, non cresciamo troppo velocemente ma non dobbiamo poi sostanzialmente fare le corse con nessuno e fare passi piccoli ma condivisi e meditati il giusto.
Io partirei proprio da qui! Se, sulla terra, giunti ad agosto abbiamo già consumato tutte le risorse che abbiamo a disposizione per l’anno intero, se il petrolio ha raggiunto il suo picco in questi anni, se il cambiamento climatico si fa sentire di anno in anno e non piú di decennio in decennio … Beh, io con una figlia piccola lo vedo come un motivo ,non per avere fretta, ma per organizzarsi in maniera efficente!
Abbiamo problemi logistici e troviamo le soluzioni nel gruppo, benvenga qualcuno che ne trova altre ma se devo pagarle temo che preferisco affittare direttamente io un negozio o un punto in cui far convergere la merce e organizzare un nuovo sottogruppo con la trasparenza del costo che certamente sarà altrettanto trasparente per GAIA ma che non mi da una percentuale fissa di ricarico ma me la da in funzione del passo che decido di fare.
Quello che adesso non paghi, lo paga qualcun altro. Il sistema della coop é farlo pagare ai produttori ed ai dipendenti(esternalizzazione dei costi), il sistema dei GAS é basato sul fatto che ci sono persone che pagano col loro lavoro(non retribuito) i costi organizzativi e gestionali del sistema, se il sistema disperde energie perché inefficente, il prezzo pagato é molto piú alto, noi abbiamo provato a migliorarne l’efficenza. Il 10% su una spesa media é 1euro, se in un gruppo sono 15 persone che acquistano sono 15 euro, una domanda ai cassieri: quanto tempo settimanalmente spendete per aggiornare il file excel? Se questo tempo è maggiore ad un’ora e mezza, state già spendendo di piú(ed in nero, in regola sarebbero non piú di 30 minuti!)
Oltre tutto quel 10% verrà ridiviso : per ripagare i costi di chi ci lavora(già, lo vedremo piú avanti, ma TUTTI quelli che lavorano ricevono un rimborso(es sconto sulla spesa) Per sviluppare i progetti scelti da un gas che possono essere la pompa fotovoltaica spedita in Malawi , come l’acquisto di un furgone elettrico per fare le consegne o qualsiasi altra cosa che, peró, sia sostenibile(cioé abbia un’impronta ecologica sostenibile). Tutti possono proporre i progetti e tutti possono deciderne.
Qualcun altro chiede, tolta la parte amministrativo/gestionale/logistica cosa rimane da fare.
Secondo noi è tolte queste cose che si inizia ad essere gasisti! Si tratta di informare, controllare l’effettivo operato dei produttori, scambiarsi idee, Scegliere! Sarà fondamentale organizzare eventi che vanno dall’aperitiro a workshop, concerti e tutto ció che viene in mente, altro punto chiave é la riscoperta della propria comunità, crediamo che abbia piú senso spendere il proprio tempo comunicando e “partecipando” insieme, non facendo conti. In Gaia ogni produttore ha una scheda dettagliata che i Gasisti ed in particolare i Referenti compilano, da qui vien valutata la sostenibilità del produttore tramite l’impronta ecologica e ció é visibile ed alla portata di chiunque voglia scegliere. Il prezzo sarà trasparente ovvero si vedranno le varie voci che vanno a comporre il costo del prodotto.
Per chi é spaventato dalla parola struttura o sulla capacità decisionale del singolo, rispondo che , che ci crediate o no, avete già una struttura , semplicemente non ci pensate. Per garantire il potere decisionale dell’assemblea si sfrutteranno i forum(come già in parte fate e le assemblee), ma in sostanza, ogni GAS potrà scegliere tutto ció che vuole, se fate degli esempi specifici , riesco ad andare piú in dettaglio.
Ditemi che ne pensate!
17/11/2011 ore 05:42 Romeo replica:
Comincio a prenderci gusto anche io caro Davide ? Vedremo qual è l’organizzazione efficiente che proponi perché, che posa sembrarti strano o meno anche la COOP ha completamente efficentato la sua sua struttura. Efficienza può anche voler dire poco magazzino ma poco magazzino sono tanti camion che girano per la strada e tante auto; efficienza è anche togliere manodopera e automatizzare quanto più possibile. Per me sfugge una cosa del GAS ossia la S di Solidale che alla fine significa anche che il cassiere così come il referente rende disponibile del tempo in favore del gruppo proprio per non raggiungere il livello della grande distribuzione; daccordissimo che si potrebbe rendere disponibile il tempo anche per organizzare incontri di altra natura ma la forza del GAS è che si sfruttano le energie di chi le può mettere in circolo (tutte rigorosamente rinnovabili ?) per quanto possono. Ti faccio un esempio, io posso fare il referente di un prodotto perché mi ci dedico quando posso e perché ho un contatto diretto e preferenziale con un produttore capendo da lui dai continui contatti, dalle domande che mi si pongono o che mi pongono altri gasisti approfondendo cosa c’è dietro la sua produzione, chi c’è dietro la sua produzione e che cosa sto aiutando. Poniamo Sadurano, io potrei tranquillamente passare a ritirare la spesa scegliendo al momento in bottega e vedendo anche meglio cosa scelgo ma ho scelto di dargli fiducia e di ordinare sul blog per poi ritirarmi la spesa che loro mi portano dierettamente nel frigo del GASpaccio. Potrei anche scegliere di far mettere in contatto i vari produttori e tutti insieme mi portano su la spesa al GASpaccio magari affittando un camion comune e sarebbe ottimizzazione ma quell’ottimizzazione non mi permetterebbe di vivere appieno il mio ordine e, magari partecipare allo scarico delle arance che arrivano dalla Sicilia (all’inizio le scaricavamo nel garage di Max e ci andavamo alle 3 di mattina in 3-4 volontari, quei volontari che poi sono rimasti nel GAS proprio perché hanno avuto modo di condividere anche il giro per Forlì con camioncino caricato a balestra e le consegne ai vari gasisti direttamente a domicilio). Stranamente chissà perché quei 3-4 iniziali hanno continuato a far crescere il GAS mentre alcuni che vengono, fanno magari qualche ordine e poi se ne vanno (senza peraltro nemmeno dire nulla il più delle volte…) probabilmente lo fanno perché non hanno capito appieno cosa è quella S e cosa significhi veramente essere Solidali! E’ anche vero che chi fa il referente a lungo poi si “sfibra” ma la mia soluzione personale è stata quella di cambiare referenza e darsi nuovi obbiettivi così come per altri si è trattato di tirare i remi in barca per un po’ e per altri ancora invece queste che dico sono solo seghe mentali. Un concetto mi spaventa un po’ ed è quello di “pagare” chi presta il proprio tempo alla causa (perché sostanzialmente questo è il “lavoro” nero che prestiamo ?) perché intacca pesantemente il concetto di GAS e ci avvicina pesantemente (forse troppo) alla COOP che, non dimentichiamoci, è nata da similitudini sconcertanti con i GAS … almeno inizialmente …. Per poi arrivare ad uno stravolgimento estremo del senso unico del termine da cui deriva il nome: Cooperativa. Accetto il discorso che l’efficentamento potrebbe permetterci di comprare una pompa per il Malawi ma è anche vero che senza troppo colpo ferire potremmo comprargliela lo stesso tassandoci per 1 € al mese come abbiamo fatto per aiutare gli amici Aquilani permettendoci sia di sentirci veramente partecipi di questo contributo sapendone bene la destinazione fin dall’inizio ed addirittura di scegliere liberamente se parteciparvi o no (al GASpaccio non tutti scelsero di versare l’euro per questa destinazione ma non per questo li sento meno Solidali). Il ricarico fisso permetterà sicuramente di far cassa in modo magari più rapido e destinarla al meglio delle cause presenti ma rappresenta un ulteriore spesa aggiuntiva che ci allontanerebbe ulterioremente dal prezzo di mercato e, in questi tempi di crisi, temo che potrebbe allontanare o perlomeno fungere da barriera per chi decide di scegliere una via più Solidale ai suoi acquisti non foss’altro per il costo che una scelta verrebbe ad assumere. Al Gaspaccio stiamo pensando, ad esempio, di acquistarci un mulino per la macinatura dei cereali per farci la nostra farina fresca sul momento, ne abbiamo iniziato a parlare per scherzare ed ora stiamo perfezionando l’idea che se mai vedrà la luce lo farà perché vedrà l’accettazione di un sovrappiù nella quota mensile che servirà a chi aderirà al GAS dopo l’acquisto per poterne disporre ed avere quel qualcosa di più già presente e che non dovrà pagare perché altri lo hanno già fatto per lui permettendogli di disporne e magari parteciperà “solo” alle spese di mantenimento. Su questo traccio il parallelo con le autostrade d’Italia: i nostri genitori le hanno pagate con le loro tasse, appena sono state ripagate tutte sono state privatizzate a certi patti (il buon acquisrente avrebbe dovuto mantenerle e impegnarsi eventualmente anche a costruirne altre) ma poi noi ci siamo trovati solo a pagarle di più quando in realtà dovevamo semplicemente smettere di pagarle quindi di fatto siamo stati espropriati di un bene pubblico mettendolo alla mercè dei suoi mercati e delle leggi di mercato che vedono nei costi di manutenzione dei costi di esercizio e non degli investimenti portando poi la conseguente manutenzione ad un costo che chi ha acquistato la concessione cerca di rimandare quando proprio di NON fare!
Sul prezzo trasparente penso che anche ora lo sia nel modo più assoluto e ognuno possa rivolgersi al proprio tesoriere per chiedere conto di questa o quella spesa ma non ne sentiamo la necessità perché le spese che facciamo le concordiamo prima.
Infine concludo con un motto che mi ha mosso e smosso e che ogni volta mi fa riflettere: “libertà è partecipazione” e quel partecipazione è triste relegarlo ad una mano che si alza per una determinata scelta posta ai voti ma è entusiasmante (almeno per me) farlo coincidere con il maturare una necessità, condividerla nel gruppo, valutarne l’efficacia /necessità e sporcarsi anche le mani per perseguirla una volta che insieme abbiamo convenuto sui lati e le ricadute positive che potrebbe avere.
Detto questo, caro Davide, non vedo l’ora e di conoscerti e di sentire le tue idee dal vivo; purtroppo non riesco a garantirti altre risposte scritte perché ho qualche problema sul lato del lavoro in questo periodo ma sicuramente il giorno in cui ci incontreremo avremo modo di confrontarci liberamente e apertamente.
Grazie ancora per questo bellissimo confronto!
Saluti radiosi
P.s. Che l’uomo abbia “finito” le risorse della terra in agosto mi fa pensare che occorrerebbe che tutti diventassimo vegetariani per cercare di limitarne lo sfruttamento ma poi non riesco a convincere la mia famiglia e così ritorno a pensare che sia meglio che continui a dare il buon esempio nella speranza che presto altri membri della mia famiglia condividano questo mio sentimento. Una volta diventati tutti vegetariani però potremmo fare quel passo ulteriore diventando vegani ma poi si potrebbe vendere tutte le macchine e andare e muoverci in bici noleggiandola al bisogno, ma poi si potrebbe scegliere anche di farsi i vestiti in casa riutilizzando capi obsoleti; non c’è limite alla “decrescita felice e consapevole”, gli unici limiti siamo noi stessi e la nostra consapevolezza che si vive una volta sola quindi alla fine è importante (almeno per me) nutrirci del fatto che la terra l’abbiamo avuta in eredità e la dovremo lasciare a chi verrà dopo di noi … cercando di compilare ogni giorno il nostro “testamento” con quello che facciamo. Condividendo questo discorso con altri amici e colleghi in tanti dicono che loro ci pensano eccome a compilare il testamento perché vanno a fare la spesa alla COOP oppure perché (abitando a 700 metri dalla sede di lavoro) vengono a lavorare in bici o a piedi oppure perché gli lasciano un buon conto in banca … siamo tanti al mondo ed ognuno ha il suo sentire e pochi sono disponibili a metterlo in discussione ma, un passo alla volta, ed un pezzo di parmigiano dopo l’altro (esempio limite se vuoi…?), altri si stanno lentamente convertendo alla S di Solidale ed allargando le loro scelte.
Così dovrebbe esserci tutto! Saluti radiosi
Ciao a tutti,
io condivido in pieno le chilometriche osservazioni di Romeo. Ho un’osservazione sul seguente concetto espresso da Davide Crescentini: Dice Davide: “Si potrebbe organizzare, se ci state, una plenaria per : 1 evidenziare quelle che sono le imperfezioni del sistema che usate voi(e la parola “imperfezioni” é scelta per assicurarvi che sono solo poche cose da aggiustare) 2 presentare GAIA ai gasisti e sentire quelli che sono i loro di dubbi… E capire chi ci stà a sperimentare”
Rispondo Fatta salva la validità del punto 1 (migliorare si può sempre), ho seri dubbi sul punto 2. Cosa vuol dire “chi ci sta a sperimentare”? Se una parte del GAS vuole aderire al progetto e un’altra no (con divisioni magari anche all’interno dei sottogruppi) non si rischia di spaccare il GAS? E poi che si fa: per ogni ordine, 2 binari diversi (il binario Gaia e il binario tradizionale) a seconda dell’adesione dei singoli membri del GAS? Io penso che o aderisce tutto il gas oppure nessuno, con decisione da prendere coinvolgendo tutti (dopo averne discusso insieme).
Detto ciò, io resto molto critico sull’intera faccenda. Solitamente non sono così diretto, ma stavolta ripiego su una parola più decisa: in generale questa idea non mi piace. In particolare, delle cose dette non mi piace: 1) l’intendere il nostro impegno nel GAS come “lavoro nero”. Che vuol dire? Allora staremmo facendo una concorrenza sleale alla Grande distribuzione organizzata perché usiamo del nero, mentre loro, poverini, sono costretti a fare il contratto a tutti i lavoratori (e ci mancherebbe pure…)? Allora è nero tutto il lavoro dei milioni di volontari nelle varie associazioni? Anche i volontari delle mense dei poveri sono “lavoratori in nero” che fanno concorrenza sleale ai ristoratori? Uno degli scopi del GAS è, secondo me, creare un modello alternativo all’idea che tutto ciò che non è fatto per soldi è illecito o comunque minoritario e non importante. 2) Con questo sistema ottimizzato che fine fanno i referenti? Io credo che se spariscono i referenti, sparisce il GAS, perché viene a mancare la componente di impegno personale che coinvolge le persone nel gruppo. Da quello che ho visto i gasisti che entrano e poi restano nel gruppo sono quelli che, dopo un periodo di rodaggio prendono una referenza o assumono sulle loro spalle un pezzettino di quella caoticissima e complessa organizzazione (o meglio disorganizzazione) con cui facciamo le cose. Perché ti porta a provare a risolvere i problemi, a chiedere o a offrire aiuto e compone quella condivisione e solidarietà primarie nel gruppo. Ho visto che quelli che non vengono coinvolti o non si lasciano coinvolgere in questa imperfettissima organizzazione, dopo poco perdono interesse e lasciano il gruppo. Mi sembra evidente che qua non si tratta solo di fare la spesa, ma di fare le cose con gusto e piacere e con persone che hanno modalità, idee e obiettivi simili ai nostri. Mi sbaglio? 3) Riduzione delle mail: lo so sono tante, spesso molte non ci interessano ecc., ma se eliminiamo la mailing list smettiamo di sapere cosa succede nel nostro GAS. Non sarebbe difficile sostituirle con dei forum, ma la questione è: sul forum ti devi ricordare di andare. La mail, invece, è lei che trova te (e a volte ti rompe le balle). E così ti senti parte di qualcosa. Poi magari la decima mail di un produttore che ti propone per l’ennesima volta il suo olio neanche la leggi o neanche la apri perché non ne puoi più, ma ti fa capire che il GAS c’è. C’è il rischio di ignorare delle mail importanti, è vero, ma è sempre inferiore al rischio di ignorare un post importante, semplicemente perché è da mesi che non apri il forum. Questa discussione ad esempio è nata via mail. Sarebbe così estesa, se fosse nata solo sul blog o su un altro, ennesimo forum? 4, 5… Ce ne sono altre che non mi vengono in mente e altre che ce le ho in mente ma è meglio dire de-visu (sperando di riuscirci a incontrare presto su questo tema).
Detto ciò: fuoco alle micce! Però, ragazzi, che bello far parte di un gruppo così vitale, pieno di idee e acceso!
Davide
PS: a chi ha aperto il post o a Paolo o a chicchessia. Si può fare in modo che il post risulti un po’ in alto nella home? È già finito in fondissimo nella home…
Ci stiamo allungando enormemente, non so’ quanto sia leggbile il post … Rispondendo a Davide:
> Fatta salva la validità del punto 1 (migliorare si può sempre), ho seri dubbi sul punto 2. Cosa vuol dire “chi ci sta a sperimentare”? Se una parte del GAS vuole aderire al progetto e un’altra no (con divisioni magari anche all’interno dei sottogruppi) non si rischia di spaccare il GAS? E poi che si fa: per ogni ordine, 2 binari diversi (il binario Gaia e il binario tradizionale) a seconda dell’adesione dei singoli membri del GAS? Io penso che o aderisce tutto il gas oppure nessuno, con decisione da prendere coinvolgendo tutti (dopo averne discusso insieme).
Parto da qui, com’é giusto che sia! Siccome il sistema é ancora in fase di definizione, la cosa migliore sarebbe sperimentare con uno o due sottogruppi(se non sono tutti convinti) ed affinare il procedimento, ci sono due modalità: 1-fare un mese di parallelo tra i conteggi standard dela GAS e su GAIA, senza, inizialmente, far girare soldi in GAIA 2-subentrare con GAIA per uno o due sottogruppi e vedere come va…se facciamo cosí l’inizio sperimentazione slitta di almeno un mesetto
Ancora una voltà Libertà di aderire, non aderire o aderire parzialmente…
> > Detto ciò, io resto molto critico sull’intera faccenda. Solitamente non sono così diretto, ma stavolta ripiego su una parola più decisa: in generale questa idea non mi piace. In particolare, delle cose dette non mi piace: > 1) l’intendere il nostro impegno nel GAS come “lavoro nero”. Che vuol dire? Allora staremmo facendo una concorrenza sleale alla Grande distribuzione organizzata perché usiamo del nero, mentre loro, poverini, sono costretti a fare il contratto a tutti i lavoratori (e ci mancherebbe pure…)? Allora è nero tutto il lavoro dei milioni di volontari nelle varie associazioni? Anche i volontari delle mense dei poveri sono “lavoratori in nero” che fanno concorrenza sleale ai ristoratori? Uno degli scopi del GAS è, secondo me, creare un modello alternativo all’idea che tutto ciò che non è fatto per soldi è illecito o comunque minoritario e non importante.
Il termine “lavoro nero” é usato da Romeo, io parlo di volontariato, stó rispondendo a Romeo con un file word che posteró…
> 2) Con questo sistema ottimizzato che fine fanno i referenti? Io credo che se spariscono i referenti, sparisce il GAS, perché viene a mancare la componente di impegno personale che coinvolge le persone nel gruppo. Da quello che ho visto i gasisti che entrano e poi restano nel gruppo sono quelli che, dopo un periodo di rodaggio prendono una referenza o assumono sulle loro spalle un pezzettino di quella caoticissima e complessa organizzazione (o meglio disorganizzazione) con cui facciamo le cose. Perché ti porta a provare a risolvere i problemi, a chiedere o a offrire aiuto e compone quella condivisione e solidarietà primarie nel gruppo. Ho visto che quelli che non vengono coinvolti o non si lasciano coinvolgere in questa imperfettissima organizzazione, dopo poco perdono interesse e lasciano il gruppo. Mi sembra evidente che qua non si tratta solo di fare la spesa, ma di fare le cose con gusto e piacere e con persone che hanno modalità, idee e obiettivi simili ai nostri. Mi > sbaglio?
Se posso essere diretto quanto lo sei stato tu …. Sí. I referenti non possono sparire, anzi rimarrà fondamentale il lavoro di referenza, nel gioco dell’impronta ecologica, ci saranno missioni che, se completate ridurranno l’impronta ecologica dei volontari, queste missioni, inizialmente, sono le referenze (caricare il video della produzione o un’intervista al produttore) e la logistica(preparare le cassette e spostarle) Capisco che la cosa vi intimorisca, ma come Abbiamo convinto Piero(spero voglia confermare!!) sono convinto che potremmo convincere tutti, nel progettare il tutto siamo stati molto attenti a non ledere, ma rinforzare quelli che sono i valori dietro al GAS!
> 3) Riduzione delle mail: lo so sono tante, spesso molte non ci interessano ecc., ma se eliminiamo la mailing list smettiamo di sapere cosa succede nel nostro GAS. Non sarebbe difficile sostituirle con dei forum, ma la questione è: sul forum ti devi ricordare di andare. La mail, invece, è lei che trova te (e a volte ti rompe le balle). E così ti senti parte di qualcosa. Poi magari la decima mail di un produttore che ti propone per l’ennesima volta il suo olio neanche la leggi o neanche la apri perché non ne puoi più, ma ti fa capire che il GAS c’è. C’è il rischio di ignorare delle mail importanti, è vero, ma è sempre inferiore al rischio di ignorare un post importante, semplicemente perché è da mesi che non apri il forum. Questa discussione ad esempio è nata via mail. Sarebbe così estesa, se fosse nata solo sul blog o su un altro, ennesimo forum?
Io uso la mail per lavoro e se mi avessero avvertitodella quantità di mail ne avrei aperta un’altra…
> 4, 5… Ce ne sono altre che non mi vengono in mente e altre che ce le ho in mente ma è meglio dire de-visu (sperando di riuscirci a incontrare presto su questo tema). > > Detto ciò: fuoco alle micce! > Però, ragazzi, che bello far parte di un gruppo così vitale, pieno di idee e acceso! > > Davide > > PS: a chi ha aperto il post o a Paolo o a chicchessia. Si può fare in modo che il post risulti un po’ in alto nella home? È già finito in fondissimo nella home…
Sono d’accordo, secondo me conviene aprire un post nuovo e ragionare per punti, per rispondere alla chilometrica e discorsiva mail di Romeo stó un pó impazzendo, il post si allunga a dismisura e non si riesce a seguire bene il discorso…
Entusiasmato dalle critiche, Davide.
bè direi che finchè c’è discussione c’è vita, bene ! Quando davide mi ha presentato l’idea di Gaia a me ha interessato per vari motivi. 1) se c’è gente che si sbatte per proporre idee che possano mgliorare la situazione bisogna ascoltarle e farle uscire 2) mi sembra interessante seguire anche questa pista per quanto riguarda l’aspetto amministrativo/legale. 3) mi piace l’idea di basarci sull’impronta ecologica e di ridurla sotto forma di una specie di gioco. 4) visto come va l’economia e come probabilmente andrà l’idea delle gaie che in parte sostituiscano l’euro sullo stile scec mi sembra alquanto sensata e da approfondire, creando un’economia parallela senza spread, spritz, bond e diabolik baci und abbracci Pietro
se posso intervenire, un mio pensiero sui punti critici della gestione di ingasati. non serve uno stravolgimento delle abitudini ma solo un po’ più di organizzazione. ci sono obiettivi di breve e di lungo periodo
GESTIONALE ORDINI a breve serve uno strumento di gestione che permetta di agevolare il compito di chi ordina e di chi fa il referente. ci sono varie soluzioni, a forlimpopoli abbiamo adottato digigas http://www.digigas.org/ un software open source integrabile facilmente nel vostro sito. RISULTATI: si compera in modo standard e non tramite mail o blog o commenti… non si usano file di excel e la macchinetta per fare i conti, ma è un programma che li fa.
COMUNICAZIONE bisogna chiarire cosa è una mailing list e cosa un forum. Si usano spesso mail diffuse per argomenti di interesse di pochi. La mail dovrebbe essere usata per comunicazioni diffuse, notizie (es. disponibile un ordine, domani la consegna) Il forum per le discussioni (es. domani chi apre la sede?, quanto erano buone le arance siciliane… etc) Non servono strumenti particolari ma solo un’organizzazione che tenda ad usare gli stumenti in modo corretto. RISULTATI: ordine nella comunicazione. personalmente ho dovuto filtrare in gmail la posta di ingasati che mi guardo velocemente (perdendo tempo) fermandomi all’oggetto per entrare nelle mail che mi interessano.
di lungo periodo può essere interessante capire come cercare una sede magari in appoggio col comune, capire l’inquadramento fiscale/amminstrativo associazione/non associazione…
saluti Marco
Ciao Marco e grazie del commento,
non capisco quali vedi come pro o contro nell’unione Gaia-ingasati …A dire il vero, mi sembra poco utile ai fini dello sviluppo di Gaia. Qui non si parla di trovare un sistema per rendere più facile fare la spesa tramite internet, si parla di – usare il cibo come tramite per portare alle persone che lo consumano la consapevolezza della storia e dell’impatto di quel prodotto, – Fare informazione, – dare uno strumento decisionale alla comunità per individuare e soddisfare le proprie necessità – dare alla comunità anche gli strumenti economici per soddisfarle
Non so se hai avuto modo di vdere il link a Gaia, digigas é un’ottima soluzione che, non avendo la la possibilità di filtrare gli ordini per sottogruppo, necessiterebbe di un’installazione per gruppo, con panieri separati…un po arzigogolato…stiamo lavorando con Dario di retegaslazio per risolvere questo ed altri punti, rimane comunque lo strumento migliore tra quelli a disposizione é per questo che anche noi stiamo pensando di usare una mod, con tutti i pro e contro che questa scelta comporta…
Ragazzi… Critiche costruttive!!! Fate finta che sia un progetto di Ingasati… Come dovrebbe essere? Poi fatecelo mettere in pratica e poi decidete… Non decidete senza avere abbastanza informazioni!!!
Un abbraccio costruttivo
Davide
Ciao, Ho poco tempo e soprattutto poca diplomazia stamattina quindi scusatemi in anticipo. Mi è piaciuto molto l’intervento di Marco: pratico e dritto al cuore dei “possibili” problemi (anche se non conosco il sistema di BarcoGas). “Possibili” perché la nostra organizzazione un po’ confusionaria non è per forza un handicap. Penso alla nostra esperienza come referenti che è senza dubbio gioiosa. Tu, Davide, da quanto segui il nostro gruppo? Hai avuto modo di occuparti di una referenza e come mai ti è sembrato così inadeguato il nostro metodo casereccio? Come hanno detto in molti, migliorare è sembre buono e possibile, ma perché per migliorare dobbiamo per forza usare il tuo programma? Ricordo a Davide che Gaia NON È UN PROGETTO DEGLI INGASATI, è un progetto suo che -a quanto pare- vuole farci andare bene per forza. Mi fa riflettere il fatto che a lamentarsi dell’inefficienza non siano coloro che più tempo dedicano al GAS.
Scusate ancora per il mio tono poco pacifico: addebitatelo pure allo sbalzo di ormoni di una donna in allattamento! Gloria
Ciao davide
Ho guardato il link a gaia, ma a parte capire che state utilizzando un software per la creazione di un social network, tra l’altro a pagamento anche se da costi contenuti, non ho capito bene cosa lo strumento possa dare in più ad ingasati. Mi sembra che ci siano due questioni da tenere separate: lo strumento e le finalità.
Parlo da “imbucato” in ingasati, in quanto faccio parte del gruppo di forlimpopoli che collabora con ingasati. Lo strumento c’è già senza bisogno di stravolgere ciò che funziona. Ingasati è già un sito attivo con persone altamente motivate. Stavo pensando di più a come possa essere migliorato piuttosto che a quali benefici si possano avere ad aderire a gaia, che ancora non capisco oltre al social network cosa possa offrire. Per il resto ribadisco gli aspetti di cui parlavo in precedenza. Non si tratta solo di fare gli acquisti più facilmente, si tratta di agevolare i referenti, visto che non lo fanno come lavoro principale a tempopieno. Facendo risparmiare tempo ai conti e alla gestione degli ordini, tempo da dedicare magari ad altro nel gruppo o in famiglia. Gli sviluppatori di digigas, da quanto emerso dagli scambi di mail di quella community a cui sono iscritto pure io, erano dell’idea di trovare strumenti di collaborazione tra i gas, come quello di condividere gli ordini tra diversi gas, qundi anche tra diversi sottogruppi. Tra l’altro l’attuale versione con qualche piccola modifica potrebbe essere adattata ad un gas con sottogruppi.
Condivido le finalità di fondo del progetto gaia ma credo che si riescano a trovare comunque collaborazioni senza bisogno di cambiare strumenti che già funzionano, legandosi ad una piattaforma proprietaria (considerato che ad oggi il sito ingasati è indipendente), quello che occorre è un po’ di organizzazione lato ordini e comunicazione per rendere più semplice l’esperienza di ingasato.
Saluti Marco
Quoto in pieno molti commenti, Romeo in primis e barcogas poi.
Se il problema è l’organizzazione (ma in questi anni di appartenenza al GAS non ne ho avuto paura, anzi, è sempre stato uno stimolo), la si risolve cercando di coinvolgere e far partecipare altri GASisti che non partecipano per vari motivi (pigrizia, poca conoscenza del Piccì, poco tempo a disposizione,ecc, ecc). SE un sottogruppo diventa troppo grosso; semplice, lo si divide, la forza del piccolo è incommensurabile e difficilmente ripetibile su grande scala. Questi problemi di “organizzazione” sono risolvibili, mi sembra.
Ora, rimane il problema di questo e quello…….. Il GAS mi sembra sia un Gruppo di Acquisto Solidale: dare lavoro con ricarico a GAIA del 20% non significa che si risponda al “Solidale”, almeno non è questo il significato che ci ha spinto (io e mio marito) ad aderire al GAS…Quindi, per noi, la soluzione GAIA sembra un tentativo di “burocratizzare” con costi aggiuntivi ciò che già lavora abbastanza bene e che non necessita di “rivoluzioni” ma di “aggiustamenti”.
Se deleghiamo la gestione informatica/amministrativa/contabile ad una “società” esterna cosa ci resterà del GAS? Perchè GAIA e non magari altre società che si occupano di questo o quello a vario titolo? Proponiamo invece un team di informatici/amministrativi/contabili che affianchi, se proprio necessario, i gestori dei sottogruppi nei processi di lavoro, ma sempre nell’ottica del “gratis” per noi e per gli altri, altrimenti cosa mi impedisce di andare a prendere il bio alla COOP?
Mio marito dice che nei suoi seppur pochi 41 anni ha già visto questo “trasformismo futurista”, ne ha pagato dazio la maggior parte delle associazioni di artigiani e piccoli commercianti, nate con uno scopo “solidale” e trovatesi poi di fronte ad una e vera “pesante burocratizzazione” della semplicità, con S.r.l o S.p.a. che alla fine badano solo al proprio mantenimento e all’avanzo di bilancio (associazioni di categoria “DOCET”). Non vedo poi perchè il tempo impiegato dai cassieri o dai referenti sarebbe da considerarsi lavoro non retribuito o “nero” mentre quello impiegato per organizzare workshop, concerti o conferenze sarebbe diverso… Parteciperò comunque volentierissimo alla plenaria in cui si presenterà Gaia e siamo disponibilissimi eventualmente a rivedere le nostre posizioni se avessimo mal interpretato la proposta….
Saluti, MonicaL e SimoneB
Grazie a tutti, e dovute quanto il ringraziamento, le Scuse. Credo che nei miei ultimi post abbia preso il sopravvento il mio Ego e non ho saputo sfruttare ciò che vi ho chiesto e mi avete dato: commenti all’idea.
Per fortuna, continuo a vedere quel tanto di curiosità che basta tra voi, spero di cuore di riuscire ad alimentarla fino al giorno in cui vedrete nei miei stessi occhi la luce che da tempo ci spinge nel realizzare GAIA. Credo che come per ogni progetto ambizioso, ci sia bisogno di entusiasmo e non di diffidenza, siamo un’unica comunità: i cittadini del nuovo mondo e la sfida che abbiamo davanti ci impone di provare nuove strade per diffondere le consapevolezze che purtoroppo oggi sono solo di pochi…
Per poter vivere tutti bene su questa terra bisogna reimparare a consumare, preferendo prodotti a basso impatto, provenienti da filiere corte e possibilmente, dal proprio territorio, ma questo, se state leggendo, lo sapete già!
Mi sono chiesto : “Cosa può effettivamente dare Gaia a Ingasati?”
La risposta è che, almeno all’inizio è Gaia che ha bisogno dell’entusiasmo e dell’energia di Ingasati. Stiamo cercando di allargare la comunitò dei Gasisti, e abbiamo deciso di ispirarci ad Ingasati per disegnare una Rete di GAS con una vetrina unica e comune, in cui si possano condividere informazioni, idee e, perchè no, anche il camion che viene dalla sicilia e chè è più facile riempire se si acquista in di più.
“ma, per chi non si interessa di computer… cosa cambierebbe nel GAS?”
Il GAS resterebbe com’è ora per chi lo vuole così,le storie dell’efficienza, e del pagamento del lavoro sono solo comodita e semplificazioni che un gruppo puo scegliere di utilizzare, sono i particolari che hanno distratto l’attenzione dale idee al cuore del progetto: la Sostenibilità e la Solidarietà. In Gaia i referenti continuerebbero a riferire per quel produttore, ma lo farebbero in una pagina fatta apposta per quel produttore, postando video , foto e quant’altro, il Gasista, sulla stessa pagina potrebbe dare opinioni,segnalare problemi, proporre idee…più RETE insomma.
L’altra parte fondamentale del progetto viene dalla necessità di svincolarsi dall’euro in modo da ammortizzare quello che sarà il prossimo impatto della crisi. In Gaia si potranno quindi a scambiare beni nuovi o usati o servizi(dipende solo da quanto tempo libero quanta fantasia e quanti oggetti inutilizzati ed a cui dare nuova vita avete!), in una vetrina nazionale ed utilizzando una moneta parallela, la Gaia, appunto.
Cosciente che la Parola è una forma imprecisa per esprimere il Concetto, speranzoso vi saluto.
Davide
Per Davide Crescentini. Sono Ivano, della redazione del giornale Romagna e dintorni atuttogas. Pensavo di mettere il tuo post sul giornale così magari ne vengono informati i vari Gruppi della Romagna. Ok?
ciao, Ivano
Mi è piaciuta molto la risposta di Davide, chiedere scusa non è mai semplice ! Io sono convinto che gaia sia un’idea interessante che rimane comunque UN MEZZO, non un fine. Un mezzo che può facilitare un’idea, un obiettivo comune è sempre da sviscerare e capire. abbracci Pietro
Qualche osservazione: da programmatrice entrando nel gas nn capivo perchè non si potessero fare gli ordini in modo più semplice (per chi ordina intendo), stile sito e-commerce. mi ci è voluta più di una plenaria e un bel po’ di email e articoli sul blog per capire che è proprio quello che non si vuole, l’e-commerce. che siamo tutti alla pari nel cercare di dare una svolta anche alla nostra vita e a quella dei produttori grazie ai nostri acquisti. ringrazio romeo che da qualche parte ha scritto che sul suo ordine vuole poter dire “sALUTI RADIOSI”. Lì c’è tutto. come c’è tutto nella cassetta che ricevo con un bigliettino dove ci sono i consigli di degustazione di quella particolar marmellata o mi si avvisa che mi omaggiano una melanzana. O quella consegna di Maya&Matteo avvenuta sotto una neve incredibile! questo mi ricorda un approccio alla “siamo umani”. Detto questo ci si può sempre migliorare, io stessa ho provato a creare un wiki, i forum sono utili,le mailing list possono essere soffocanti, ma c’è l’entusiasmo di condividere subito una notizia, un evento, una curiosità un dubbio. c’è il gruppo su fb degli ingasati, anche per questo- perchè tutte le piattaforme vanno bene. Ma quel che non si deve perdere di vista è che ognuno dà il suo contributo come può/vuole. Serve un gestionale per avere gli ordini più facile? bene. si può pensare di comprarlo. Conosco GAS che l’hanno fatto. Ci serve un’associazione per gestirci la parte fiscale? bene, si può pensare di farla. Serve una vetrina visibile per gli scambi? beh quella già c’è. Esiste già ReteGAs nazionale, ci sono associazioni locali che fanno il baratto, ce ne sono di nazionali, c’è un bellissimo gruppo su Facebook uno per gli scambi in generale (vestiti, autoproduzioni, etc) e uno sullo scambio vendita di pannolini lavabili usati. Su FB ci metti 5 secondi a crearne uno come vuoi. Come ci vogliono 5 minuti per aprire un blog/wiki/sito in diverse piattaforme. Non mi è ancora chiaro perchè dobbiamo appoggiarci a GAIA fatta a immagine e somiglianza degli inGASati.. senza che gli inGASati siano stati coinvolti nella fase di progettazione. O mi è sfuggito qualcosa? E dirò (oggi sono anche girata male per conto mio, mi aggrego agli ormoni di cui sopra di Gloria) mi offende un pochino che proprio all’interno di un GAS con quella bellissima S di solidale il volontariato (perchè di questo si tratta) della gestione dell’ordine venga monetizzato e paragonato al lavoro in nero. Faccio diverse cose a titolo di volontariato, e anzi spesso ci rimetto di tasca mia. Di solito, da fuori, non vieni considerato e apprezzato per quel che fai gratis, ma proprio non accetto che mi si dica che alimento il lavoro nero….
Ciao Claudia e grazie perle preziose osservazioni! Hai toccato esattamente il punto…il perché Gaia? Hai parlato di un sacco di esempi di stili di vita sostenibili e di siti che offrono servizi…il problema è che sono tutti scollegati tra loro! Gaia mette in rete i forum, il wiki, il baratto, i GAS…é la linea che unisce i puntini… Tutti al mondo siamo fondamentali e tutti abbiamo energie da spendere in ció che “sentiamo” sia giusto…se in due tiriamo in direzioni diverse, il carro resta dov’é…se ci mettiamo d’accordo, andiamo molto più veloce verso la nostra meta… Per mettersi d’accordo bisogna comunicare, so’ che chi é già Ingasato già lo Sa, ma qui stiamo cercando di fare un disegno il piú completo possibile; Gaia ha deciso di credere nei Gas ed é adesso la fase di progettazione da cui ti sembra di esser stata esclusa…é ció che vi stó chiedendo di fare…darmi una mano nel progettare, sperando poi che l’idea Gaia , piú in generale, vi tenga sul nostro stesso sentiero verso la sostenibilità…
In sostanza…Sí, quel che proponiamo è già tutto presente, non stiamo inventando niente, stiamo solo reinterpretando tutto in una visione unitaria orientata verso la sostenibilità degli stili di vita…
ABBRACCI RADIOSI!
Davide
Un altro posto vegano
A parte che mi piace molto il maiale anche se só che se ne dovrebbero limitare i consumi… Un altro posto vegano???
18 risposte su “Gaia e un nuovo possibile aiuto agli ingasati”
Ci sono state una serie di mail sul tema provo a metterne una con botta e risposta
abbracci
Pietro
Rispondo per ordine:
>
> – state lavorando a un sistema da proporre a tutti i gas che ne vorranno usufruire oppure state lavorando per migliorare struttura del nostro GAS?
>
> Stiamo lavorando ad un sistema da proporre a tutti i GAS, strutturato, inizialmente su Ingasati e su un altro GAS di Gubbio ( il filo di paglia) e che dovremo essere abbastanza bravi da rendere il pi flessibile possibile il sistema in modo da adattarsi alle esigenze di altri gruppi.
>
> – Questa gestione comprenderebbe tutta la vita organizzativa del gas (info per possibili nuovi ingasati, registrazione nuovi, decisione modalità consegna, trovare una sede comune, diffusione informazioni, gestione pre-pagamenti e pagamenti fornitori,…)?
>
> Qui ci sono tante cose, in generale risponderei di si a tutto.
>
> Come ho già detto, abbiamo individuato una serie di limiti allo sviluppo dei GAS e questi sono principalmente le parti amministrativa ed informativa ( oltre a quella fiscale 😉 )
>
> In particolare daremo molta importanza alla descrizione dei produttori e dei metodi di produzione, e sarà reso molto piú semplice e chiaro il processo di ingresso
>
> – Tutto questo lavoro che vi accollereste (iniziale e continuato nel tempo) non sarà a costo zero, immagino…
>
> Costi gestionali ce ne saranno sicuramente, seguendo il documento dei GAS, ci sarà sicuramemte un ricarico compreso tra il 10 ed il 20%, lo stiamo ancora valutando di preciso, sicuramente sarà tenuto ad un livello che permetta la sostenibilità della cosa.
>
> L’importanza del ricarico é fondamentale anche perché, gli avanzi verranno utilizzati per sviluppare progetti scelti dai gruppi stessi.
>
> In ogni caso, l’idea é che mettendo insieme gli acquisti, anche il lavoro del produttore diventa piú semplice e di conseguenza si avrà piú leva nel trattare prezzi e condizioni di consegna.
>
> Spero abbiate altre domande, a presto
>
> Davide Crescentini
Intanto vorrei chiarire un concetto fondamentale:
Sicuramente mi piacerebbe creare posti di lavoro con questo progetto, ma
1- ABBIAMO Fatto UNA NO PROFIT PERCHÉ ESCLUDE IL FINE DI LUCRO …
2- siamo convinti che il GAS faccia già molto, ma sia troppo DISPERSIVO, tutte le energie che ci mettete(mettiamo visto che sono riuscito ad entrare anch’io finalmente!) potrebbero fare molto di piú per la comunità in cui sono spese se non fossero occupate ad aggiornare files excel?..
3- é giusto dare la possibilità di ACQUISTARE CONSAPEVOLMENTE da Filiere Cortissime anche a chi non ha il tempo o le energie per partecipare attivamente, senza che ció “sfibri” ( questa espressione usata da Romeo mi piace molto!) chi é attivo.
4- tramite il ricarico si pagheranno le spese gestionali e si accantonerà una quota per sviluppare “progetti sostenibili” e tutto sarà trasparente ed online
5- i progetti sostenibili sono di due tipi:
progetti strategici per Gaia, proposti dal consiglio e finalizzati a coprire sostenibilmente le necessità di Gaia
Progetti proposti da singoli e gruppi(di qualsiasi tipo, basta che l’assemblea (sul sito é wikiGaia) li valuti come sostenibili)
6- sono i singoli utenti che, votando, decidono a quali progetti destinare i fondi
Detto questo:
Io sono assolutamente d’accordo, noi buttiamo le idee e siccome col mio team è un pezzo che ci lavoriamo e ci crediamo, andremo avanti per questa strada.
Per il momento ho voluto parlarne con voi, e già faccio fatica(questione di tempo) a rispondere (stó lavorando all’ultima mail di romeo, ma è lunghissima…)
prima di presentarlo a tutti ed essere sommerso di critiche, domande e rifiuti(inutile non considerarli) volevo individuare quelli che sono, secondo voi, i punti piú critici per curarli, magari insieme a chi di voi potrebbe credere nel progetto, per la presentazione da fare a tutti…
Vi chiederei, per chi é disposto, di non affrontare quello che propongo come uno schema definitivo, ma come un disegno di cui si é tracciato solo lo sfondo e solo alcuni dei tratti salienti del soggetto, i particolari cominceremo a disegnarli adesso ed é per questo che adesso mi sono rivolto a voi…
Si potrebbe organizzare, se ci state, una plenaria per :
1 evidenziare quelle che sono le imperfezioni del sistema che usate voi(e la parola “imperfezioni” é scelta per assicurarvi che sono solo poche cose da aggiustare)
2 presentare GAIA ai gasisti e sentire quelli che sono i loro di dubbi… E capire chi ci stà a sperimentare
Per accelerare il discorso, ci terrei a compilare, insieme a voi( sinceri, mi raccomando) una lista di quelli che sono i difetti del sistema attuale e, soprattutto, i difetti che avrebbe, per come l’avete capita voi, GAIA…
Sono perfettamente cosciente di quanto un cambio cosí possa inquietare, ma sono convinto che se i problemi sono reali( trad.: non seghe mentali) hanno una soluzione ed insieme possiamo trovarla!
Aspetto fiducioso vostre idee!
Davide Crescentini
Vediamo di riportare anche altri contributi:
15/11/2011 ore 12:18 Romeo scrive:
Io sono piuttosto terra terra … ed anche diretto
se voglio “organizzazione prossima alla perfezione†vado alla COOP; se il sistema dei GAS ha dei limiti di sviluppo semplicemente serve rivedere il sistema e non i GAS e penso che ognuno lo faccia.
Avevamo problemi di sviluppo e abbiamo deciso di organizzarci in sottogruppi, non cresciamo troppo velocemente ma non dobbiamo poi sostanzialmente fare le corse con nessuno e fare passi piccoli ma condivisi e meditati il giusto.
Abbiamo problemi logistici e troviamo le soluzioni nel gruppo, benvenga qualcuno che ne trova altre ma se devo pagarle temo che preferisco affittare direttamente io un negozio o un punto in cui far convergere la merce e organizzare un nuovo sottogruppo con la trasparenza del costo che certamente sarà altrettanto trasparente per GAIA ma che non mi da una percentuale fissa di ricarico ma me la da in funzione del passo che decido di fare.
Sapete benissimo come la penso sulle associazioni e spero che questo, che è l’ultimo vero inghippo rimasto, possa risolversi con la legge regionale allo studio dopodiché penso che ci serve più poco tornare a parlarne.
Sono comunque molto curioso di sentire la presentazione di GAIA non foss’altro perché mi pare di capire che è stato modellato su di noi quindi sicuramente è un punto di vista diverso di quello che per noi ormai è assodato e magari mi ci appassionerò anche ma …. Staremo a vedere ?
Saluti radiosi
16/11/2011 ore 13:04 Davide risponde:
Bene bene! Adesso iniziamo a ragionare!
Avevamo problemi di sviluppo e abbiamo deciso di organizzarci in sottogruppi, non cresciamo troppo velocemente ma non dobbiamo poi sostanzialmente fare le corse con nessuno e fare passi piccoli ma condivisi e meditati il giusto.
Io partirei proprio da qui!
Se, sulla terra, giunti ad agosto abbiamo già consumato tutte le risorse che abbiamo a disposizione per l’anno intero, se il petrolio ha raggiunto il suo picco in questi anni, se il cambiamento climatico si fa sentire di anno in anno e non piú di decennio in decennio … Beh, io con una figlia piccola lo vedo come un motivo ,non per avere fretta, ma per organizzarsi in maniera efficente!
Abbiamo problemi logistici e troviamo le soluzioni nel gruppo, benvenga qualcuno che ne trova altre ma se devo pagarle temo che preferisco affittare direttamente io un negozio o un punto in cui far convergere la merce e organizzare un nuovo sottogruppo con la trasparenza del costo che certamente sarà altrettanto trasparente per GAIA ma che non mi da una percentuale fissa di ricarico ma me la da in funzione del passo che decido di fare.
Quello che adesso non paghi, lo paga qualcun altro.
Il sistema della coop é farlo pagare ai produttori ed ai dipendenti(esternalizzazione dei costi), il sistema dei GAS é basato sul fatto che ci sono persone che pagano col loro lavoro(non retribuito) i costi organizzativi e gestionali del sistema, se il sistema disperde energie perché inefficente, il prezzo pagato é molto piú alto, noi abbiamo provato a migliorarne l’efficenza.
Il 10% su una spesa media é 1euro, se in un gruppo sono 15 persone che acquistano sono 15 euro, una domanda ai cassieri: quanto tempo settimanalmente spendete per aggiornare il file excel? Se questo tempo è maggiore ad un’ora e mezza, state già spendendo di piú(ed in nero, in regola sarebbero non piú di 30 minuti!)
Oltre tutto quel 10% verrà ridiviso :
per ripagare i costi di chi ci lavora(già, lo vedremo piú avanti, ma TUTTI quelli che lavorano ricevono un rimborso(es sconto sulla spesa)
Per sviluppare i progetti scelti da un gas che possono essere la pompa fotovoltaica spedita in Malawi , come l’acquisto di un furgone elettrico per fare le consegne o qualsiasi altra cosa che, peró, sia sostenibile(cioé abbia un’impronta ecologica sostenibile).
Tutti possono proporre i progetti e tutti possono deciderne.
Qualcun altro chiede, tolta la parte amministrativo/gestionale/logistica cosa rimane da fare.
Secondo noi è tolte queste cose che si inizia ad essere gasisti!
Si tratta di informare, controllare l’effettivo operato dei produttori, scambiarsi idee, Scegliere!
Sarà fondamentale organizzare eventi che vanno dall’aperitiro a workshop, concerti e tutto ció che viene in mente, altro punto chiave é la riscoperta della propria comunità, crediamo che abbia piú senso spendere il proprio tempo comunicando e “partecipando” insieme, non facendo conti.
In Gaia ogni produttore ha una scheda dettagliata che i Gasisti ed in particolare i Referenti compilano, da qui vien valutata la sostenibilità del produttore tramite l’impronta ecologica e ció é visibile ed alla portata di chiunque voglia scegliere.
Il prezzo sarà trasparente ovvero si vedranno le varie voci che vanno a comporre il costo del prodotto.
Per chi é spaventato dalla parola struttura o sulla capacità decisionale del singolo, rispondo che , che ci crediate o no, avete già una struttura , semplicemente non ci pensate.
Per garantire il potere decisionale dell’assemblea si sfrutteranno i forum(come già in parte fate e le assemblee), ma in sostanza, ogni GAS potrà scegliere tutto ció che vuole, se fate degli esempi specifici , riesco ad andare piú in dettaglio.
Ditemi che ne pensate!
17/11/2011 ore 05:42 Romeo replica:
Comincio a prenderci gusto anche io caro Davide ?
Vedremo qual è l’organizzazione efficiente che proponi perché, che posa sembrarti strano o meno anche la COOP ha completamente efficentato la sua sua struttura. Efficienza può anche voler dire poco magazzino ma poco magazzino sono tanti camion che girano per la strada e tante auto; efficienza è anche togliere manodopera e automatizzare quanto più possibile.
Per me sfugge una cosa del GAS ossia la S di Solidale che alla fine significa anche che il cassiere così come il referente rende disponibile del tempo in favore del gruppo proprio per non raggiungere il livello della grande distribuzione; daccordissimo che si potrebbe rendere disponibile il tempo anche per organizzare incontri di altra natura ma la forza del GAS è che si sfruttano le energie di chi le può mettere in circolo (tutte rigorosamente rinnovabili ?) per quanto possono. Ti faccio un esempio, io posso fare il referente di un prodotto perché mi ci dedico quando posso e perché ho un contatto diretto e preferenziale con un produttore capendo da lui dai continui contatti, dalle domande che mi si pongono o che mi pongono altri gasisti approfondendo cosa c’è dietro la sua produzione, chi c’è dietro la sua produzione e che cosa sto aiutando.
Poniamo Sadurano, io potrei tranquillamente passare a ritirare la spesa scegliendo al momento in bottega e vedendo anche meglio cosa scelgo ma ho scelto di dargli fiducia e di ordinare sul blog per poi ritirarmi la spesa che loro mi portano dierettamente nel frigo del GASpaccio. Potrei anche scegliere di far mettere in contatto i vari produttori e tutti insieme mi portano su la spesa al GASpaccio magari affittando un camion comune e sarebbe ottimizzazione ma quell’ottimizzazione non mi permetterebbe di vivere appieno il mio ordine e, magari partecipare allo scarico delle arance che arrivano dalla Sicilia (all’inizio le scaricavamo nel garage di Max e ci andavamo alle 3 di mattina in 3-4 volontari, quei volontari che poi sono rimasti nel GAS proprio perché hanno avuto modo di condividere anche il giro per Forlì con camioncino caricato a balestra e le consegne ai vari gasisti direttamente a domicilio). Stranamente chissà perché quei 3-4 iniziali hanno continuato a far crescere il GAS mentre alcuni che vengono, fanno magari qualche ordine e poi se ne vanno (senza peraltro nemmeno dire nulla il più delle volte…) probabilmente lo fanno perché non hanno capito appieno cosa è quella S e cosa significhi veramente essere Solidali!
E’ anche vero che chi fa il referente a lungo poi si “sfibra” ma la mia soluzione personale è stata quella di cambiare referenza e darsi nuovi obbiettivi così come per altri si è trattato di tirare i remi in barca per un po’ e per altri ancora invece queste che dico sono solo seghe mentali.
Un concetto mi spaventa un po’ ed è quello di “pagare” chi presta il proprio tempo alla causa (perché sostanzialmente questo è il “lavoro” nero che prestiamo ?) perché intacca pesantemente il concetto di GAS e ci avvicina pesantemente (forse troppo) alla COOP che, non dimentichiamoci, è nata da similitudini sconcertanti con i GAS … almeno inizialmente …. Per poi arrivare ad uno stravolgimento estremo del senso unico del termine da cui deriva il nome: Cooperativa.
Accetto il discorso che l’efficentamento potrebbe permetterci di comprare una pompa per il Malawi ma è anche vero che senza troppo colpo ferire potremmo comprargliela lo stesso tassandoci per 1 € al mese come abbiamo fatto per aiutare gli amici Aquilani permettendoci sia di sentirci veramente partecipi di questo contributo sapendone bene la destinazione fin dall’inizio ed addirittura di scegliere liberamente se parteciparvi o no (al GASpaccio non tutti scelsero di versare l’euro per questa destinazione ma non per questo li sento meno Solidali).
Il ricarico fisso permetterà sicuramente di far cassa in modo magari più rapido e destinarla al meglio delle cause presenti ma rappresenta un ulteriore spesa aggiuntiva che ci allontanerebbe ulterioremente dal prezzo di mercato e, in questi tempi di crisi, temo che potrebbe allontanare o perlomeno fungere da barriera per chi decide di scegliere una via più Solidale ai suoi acquisti non foss’altro per il costo che una scelta verrebbe ad assumere.
Al Gaspaccio stiamo pensando, ad esempio, di acquistarci un mulino per la macinatura dei cereali per farci la nostra farina fresca sul momento, ne abbiamo iniziato a parlare per scherzare ed ora stiamo perfezionando l’idea che se mai vedrà la luce lo farà perché vedrà l’accettazione di un sovrappiù nella quota mensile che servirà a chi aderirà al GAS dopo l’acquisto per poterne disporre ed avere quel qualcosa di più già presente e che non dovrà pagare perché altri lo hanno già fatto per lui permettendogli di disporne e magari parteciperà “solo” alle spese di mantenimento. Su questo traccio il parallelo con le autostrade d’Italia: i nostri genitori le hanno pagate con le loro tasse, appena sono state ripagate tutte sono state privatizzate a certi patti (il buon acquisrente avrebbe dovuto mantenerle e impegnarsi eventualmente anche a costruirne altre) ma poi noi ci siamo trovati solo a pagarle di più quando in realtà dovevamo semplicemente smettere di pagarle quindi di fatto siamo stati espropriati di un bene pubblico mettendolo alla mercè dei suoi mercati e delle leggi di mercato che vedono nei costi di manutenzione dei costi di esercizio e non degli investimenti portando poi la conseguente manutenzione ad un costo che chi ha acquistato la concessione cerca di rimandare quando proprio di NON fare!
Sul prezzo trasparente penso che anche ora lo sia nel modo più assoluto e ognuno possa rivolgersi al proprio tesoriere per chiedere conto di questa o quella spesa ma non ne sentiamo la necessità perché le spese che facciamo le concordiamo prima.
Infine concludo con un motto che mi ha mosso e smosso e che ogni volta mi fa riflettere: “libertà è partecipazione” e quel partecipazione è triste relegarlo ad una mano che si alza per una determinata scelta posta ai voti ma è entusiasmante (almeno per me) farlo coincidere con il maturare una necessità, condividerla nel gruppo, valutarne l’efficacia /necessità e sporcarsi anche le mani per perseguirla una volta che insieme abbiamo convenuto sui lati e le ricadute positive che potrebbe avere.
Detto questo, caro Davide, non vedo l’ora e di conoscerti e di sentire le tue idee dal vivo; purtroppo non riesco a garantirti altre risposte scritte perché ho qualche problema sul lato del lavoro in questo periodo ma sicuramente il giorno in cui ci incontreremo avremo modo di confrontarci liberamente e apertamente.
Grazie ancora per questo bellissimo confronto!
Saluti radiosi
P.s. Che l’uomo abbia “finito” le risorse della terra in agosto mi fa pensare che occorrerebbe che tutti diventassimo vegetariani per cercare di limitarne lo sfruttamento ma poi non riesco a convincere la mia famiglia e così ritorno a pensare che sia meglio che continui a dare il buon esempio nella speranza che presto altri membri della mia famiglia condividano questo mio sentimento. Una volta diventati tutti vegetariani però potremmo fare quel passo ulteriore diventando vegani ma poi si potrebbe vendere tutte le macchine e andare e muoverci in bici noleggiandola al bisogno, ma poi si potrebbe scegliere anche di farsi i vestiti in casa riutilizzando capi obsoleti; non c’è limite alla “decrescita felice e consapevole”, gli unici limiti siamo noi stessi e la nostra consapevolezza che si vive una volta sola quindi alla fine è importante (almeno per me) nutrirci del fatto che la terra l’abbiamo avuta in eredità e la dovremo lasciare a chi verrà dopo di noi … cercando di compilare ogni giorno il nostro “testamento” con quello che facciamo. Condividendo questo discorso con altri amici e colleghi in tanti dicono che loro ci pensano eccome a compilare il testamento perché vanno a fare la spesa alla COOP oppure perché (abitando a 700 metri dalla sede di lavoro) vengono a lavorare in bici o a piedi oppure perché gli lasciano un buon conto in banca … siamo tanti al mondo ed ognuno ha il suo sentire e pochi sono disponibili a metterlo in discussione ma, un passo alla volta, ed un pezzo di parmigiano dopo l’altro (esempio limite se vuoi…?), altri si stanno lentamente convertendo alla S di Solidale ed allargando le loro scelte.
Così dovrebbe esserci tutto!
Saluti radiosi
Ciao a tutti,
io condivido in pieno le chilometriche osservazioni di Romeo. Ho un’osservazione sul seguente concetto espresso da Davide Crescentini:
Dice Davide: “Si potrebbe organizzare, se ci state, una plenaria per :
1 evidenziare quelle che sono le imperfezioni del sistema che usate voi(e la parola “imperfezioni” é scelta per assicurarvi che sono solo poche cose da aggiustare)
2 presentare GAIA ai gasisti e sentire quelli che sono i loro di dubbi… E capire chi ci stà a sperimentare”
Rispondo
Fatta salva la validità del punto 1 (migliorare si può sempre), ho seri dubbi sul punto 2. Cosa vuol dire “chi ci sta a sperimentare”? Se una parte del GAS vuole aderire al progetto e un’altra no (con divisioni magari anche all’interno dei sottogruppi) non si rischia di spaccare il GAS? E poi che si fa: per ogni ordine, 2 binari diversi (il binario Gaia e il binario tradizionale) a seconda dell’adesione dei singoli membri del GAS? Io penso che o aderisce tutto il gas oppure nessuno, con decisione da prendere coinvolgendo tutti (dopo averne discusso insieme).
Detto ciò, io resto molto critico sull’intera faccenda. Solitamente non sono così diretto, ma stavolta ripiego su una parola più decisa: in generale questa idea non mi piace. In particolare, delle cose dette non mi piace:
1) l’intendere il nostro impegno nel GAS come “lavoro nero”. Che vuol dire? Allora staremmo facendo una concorrenza sleale alla Grande distribuzione organizzata perché usiamo del nero, mentre loro, poverini, sono costretti a fare il contratto a tutti i lavoratori (e ci mancherebbe pure…)? Allora è nero tutto il lavoro dei milioni di volontari nelle varie associazioni? Anche i volontari delle mense dei poveri sono “lavoratori in nero” che fanno concorrenza sleale ai ristoratori? Uno degli scopi del GAS è, secondo me, creare un modello alternativo all’idea che tutto ciò che non è fatto per soldi è illecito o comunque minoritario e non importante.
2) Con questo sistema ottimizzato che fine fanno i referenti? Io credo che se spariscono i referenti, sparisce il GAS, perché viene a mancare la componente di impegno personale che coinvolge le persone nel gruppo. Da quello che ho visto i gasisti che entrano e poi restano nel gruppo sono quelli che, dopo un periodo di rodaggio prendono una referenza o assumono sulle loro spalle un pezzettino di quella caoticissima e complessa organizzazione (o meglio disorganizzazione) con cui facciamo le cose. Perché ti porta a provare a risolvere i problemi, a chiedere o a offrire aiuto e compone quella condivisione e solidarietà primarie nel gruppo. Ho visto che quelli che non vengono coinvolti o non si lasciano coinvolgere in questa imperfettissima organizzazione, dopo poco perdono interesse e lasciano il gruppo. Mi sembra evidente che qua non si tratta solo di fare la spesa, ma di fare le cose con gusto e piacere e con persone che hanno modalità, idee e obiettivi simili ai nostri. Mi sbaglio?
3) Riduzione delle mail: lo so sono tante, spesso molte non ci interessano ecc., ma se eliminiamo la mailing list smettiamo di sapere cosa succede nel nostro GAS. Non sarebbe difficile sostituirle con dei forum, ma la questione è: sul forum ti devi ricordare di andare. La mail, invece, è lei che trova te (e a volte ti rompe le balle). E così ti senti parte di qualcosa. Poi magari la decima mail di un produttore che ti propone per l’ennesima volta il suo olio neanche la leggi o neanche la apri perché non ne puoi più, ma ti fa capire che il GAS c’è. C’è il rischio di ignorare delle mail importanti, è vero, ma è sempre inferiore al rischio di ignorare un post importante, semplicemente perché è da mesi che non apri il forum. Questa discussione ad esempio è nata via mail. Sarebbe così estesa, se fosse nata solo sul blog o su un altro, ennesimo forum?
4, 5… Ce ne sono altre che non mi vengono in mente e altre che ce le ho in mente ma è meglio dire de-visu (sperando di riuscirci a incontrare presto su questo tema).
Detto ciò: fuoco alle micce!
Però, ragazzi, che bello far parte di un gruppo così vitale, pieno di idee e acceso!
Davide
PS: a chi ha aperto il post o a Paolo o a chicchessia. Si può fare in modo che il post risulti un po’ in alto nella home? È già finito in fondissimo nella home…
Ci stiamo allungando enormemente, non so’ quanto sia leggbile il post …
Rispondendo a Davide:
> Fatta salva la validità del punto 1 (migliorare si può sempre), ho seri dubbi sul punto 2. Cosa vuol dire “chi ci sta a sperimentare”? Se una parte del GAS vuole aderire al progetto e un’altra no (con divisioni magari anche all’interno dei sottogruppi) non si rischia di spaccare il GAS? E poi che si fa: per ogni ordine, 2 binari diversi (il binario Gaia e il binario tradizionale) a seconda dell’adesione dei singoli membri del GAS? Io penso che o aderisce tutto il gas oppure nessuno, con decisione da prendere coinvolgendo tutti (dopo averne discusso insieme).
Parto da qui, com’é giusto che sia!
Siccome il sistema é ancora in fase di definizione, la cosa migliore sarebbe sperimentare con uno o due sottogruppi(se non sono tutti convinti) ed affinare il procedimento, ci sono due modalità:
1-fare un mese di parallelo tra i conteggi standard dela GAS e su GAIA, senza, inizialmente, far girare soldi in GAIA
2-subentrare con GAIA per uno o due sottogruppi e vedere come va…se facciamo cosí l’inizio sperimentazione slitta di almeno un mesetto
Ancora una voltà Libertà di aderire, non aderire o aderire parzialmente…
>
> Detto ciò, io resto molto critico sull’intera faccenda. Solitamente non sono così diretto, ma stavolta ripiego su una parola più decisa: in generale questa idea non mi piace. In particolare, delle cose dette non mi piace:
> 1) l’intendere il nostro impegno nel GAS come “lavoro nero”. Che vuol dire? Allora staremmo facendo una concorrenza sleale alla Grande distribuzione organizzata perché usiamo del nero, mentre loro, poverini, sono costretti a fare il contratto a tutti i lavoratori (e ci mancherebbe pure…)? Allora è nero tutto il lavoro dei milioni di volontari nelle varie associazioni? Anche i volontari delle mense dei poveri sono “lavoratori in nero” che fanno concorrenza sleale ai ristoratori? Uno degli scopi del GAS è, secondo me, creare un modello alternativo all’idea che tutto ciò che non è fatto per soldi è illecito o comunque minoritario e non importante.
Il termine “lavoro nero” é usato da Romeo, io parlo di volontariato, stó rispondendo a Romeo con un file word che posteró…
> 2) Con questo sistema ottimizzato che fine fanno i referenti? Io credo che se spariscono i referenti, sparisce il GAS, perché viene a mancare la componente di impegno personale che coinvolge le persone nel gruppo. Da quello che ho visto i gasisti che entrano e poi restano nel gruppo sono quelli che, dopo un periodo di rodaggio prendono una referenza o assumono sulle loro spalle un pezzettino di quella caoticissima e complessa organizzazione (o meglio disorganizzazione) con cui facciamo le cose. Perché ti porta a provare a risolvere i problemi, a chiedere o a offrire aiuto e compone quella condivisione e solidarietà primarie nel gruppo. Ho visto che quelli che non vengono coinvolti o non si lasciano coinvolgere in questa imperfettissima organizzazione, dopo poco perdono interesse e lasciano il gruppo. Mi sembra evidente che qua non si tratta solo di fare la spesa, ma di fare le cose con gusto e piacere e con persone che hanno modalità, idee e obiettivi simili ai nostri. Mi
> sbaglio?
Se posso essere diretto quanto lo sei stato tu …. Sí.
I referenti non possono sparire, anzi rimarrà fondamentale il lavoro di referenza, nel gioco dell’impronta ecologica, ci saranno missioni che, se completate ridurranno l’impronta ecologica dei volontari, queste missioni, inizialmente, sono le referenze (caricare il video della produzione o un’intervista al produttore) e la logistica(preparare le cassette e spostarle)
Capisco che la cosa vi intimorisca, ma come Abbiamo convinto Piero(spero voglia confermare!!) sono convinto che potremmo convincere tutti, nel progettare il tutto siamo stati molto attenti a non ledere, ma rinforzare quelli che sono i valori dietro al GAS!
> 3) Riduzione delle mail: lo so sono tante, spesso molte non ci interessano ecc., ma se eliminiamo la mailing list smettiamo di sapere cosa succede nel nostro GAS. Non sarebbe difficile sostituirle con dei forum, ma la questione è: sul forum ti devi ricordare di andare. La mail, invece, è lei che trova te (e a volte ti rompe le balle). E così ti senti parte di qualcosa. Poi magari la decima mail di un produttore che ti propone per l’ennesima volta il suo olio neanche la leggi o neanche la apri perché non ne puoi più, ma ti fa capire che il GAS c’è. C’è il rischio di ignorare delle mail importanti, è vero, ma è sempre inferiore al rischio di ignorare un post importante, semplicemente perché è da mesi che non apri il forum. Questa discussione ad esempio è nata via mail. Sarebbe così estesa, se fosse nata solo sul blog o su un altro, ennesimo forum?
Io uso la mail per lavoro e se mi avessero avvertitodella quantità di mail ne avrei aperta un’altra…
> 4, 5… Ce ne sono altre che non mi vengono in mente e altre che ce le ho in mente ma è meglio dire de-visu (sperando di riuscirci a incontrare presto su questo tema).
>
> Detto ciò: fuoco alle micce!
> Però, ragazzi, che bello far parte di un gruppo così vitale, pieno di idee e acceso!
>
> Davide
>
> PS: a chi ha aperto il post o a Paolo o a chicchessia. Si può fare in modo che il post risulti un po’ in alto nella home? È già finito in fondissimo nella home…
Sono d’accordo, secondo me conviene aprire un post nuovo e ragionare per punti, per rispondere alla chilometrica e discorsiva mail di Romeo stó un pó impazzendo, il post si allunga a dismisura e non si riesce a seguire bene il discorso…
Entusiasmato dalle critiche, Davide.
bè direi che finchè c’è discussione c’è vita, bene !
Quando davide mi ha presentato l’idea di Gaia a me ha interessato per vari motivi.
1) se c’è gente che si sbatte per proporre idee che possano mgliorare la situazione bisogna ascoltarle e farle uscire
2) mi sembra interessante seguire anche questa pista per quanto riguarda l’aspetto amministrativo/legale.
3) mi piace l’idea di basarci sull’impronta ecologica e di ridurla sotto forma di una specie di gioco.
4) visto come va l’economia e come probabilmente andrà l’idea delle gaie che in parte sostituiscano l’euro sullo stile scec mi sembra alquanto sensata e da approfondire, creando un’economia parallela senza spread, spritz, bond e diabolik
baci und abbracci
Pietro
se posso intervenire, un mio pensiero sui punti critici della gestione di ingasati. non serve uno stravolgimento delle abitudini ma solo un po’ più di organizzazione. ci sono obiettivi di breve e di lungo periodo
GESTIONALE ORDINI
a breve serve uno strumento di gestione che permetta di agevolare il compito di chi ordina e di chi fa il referente.
ci sono varie soluzioni, a forlimpopoli abbiamo adottato digigas http://www.digigas.org/ un software open source integrabile facilmente nel vostro sito.
RISULTATI: si compera in modo standard e non tramite mail o blog o commenti… non si usano file di excel e la macchinetta per fare i conti, ma è un programma che li fa.
COMUNICAZIONE
bisogna chiarire cosa è una mailing list e cosa un forum. Si usano spesso mail diffuse per argomenti di interesse di pochi.
La mail dovrebbe essere usata per comunicazioni diffuse, notizie (es. disponibile un ordine, domani la consegna)
Il forum per le discussioni (es. domani chi apre la sede?, quanto erano buone le arance siciliane… etc)
Non servono strumenti particolari ma solo un’organizzazione che tenda ad usare gli stumenti in modo corretto.
RISULTATI: ordine nella comunicazione. personalmente ho dovuto filtrare in gmail la posta di ingasati che mi guardo velocemente (perdendo tempo) fermandomi all’oggetto per entrare nelle mail che mi interessano.
di lungo periodo può essere interessante capire come cercare una sede magari in appoggio col comune, capire l’inquadramento fiscale/amminstrativo associazione/non associazione…
saluti
Marco
Ciao Marco e grazie del commento,
non capisco quali vedi come pro o contro nell’unione Gaia-ingasati …A dire il vero, mi sembra poco utile ai fini dello sviluppo di Gaia.
Qui non si parla di trovare un sistema per rendere più facile fare la spesa tramite internet, si parla di
– usare il cibo come tramite per portare alle persone che lo consumano la consapevolezza della storia e dell’impatto di quel prodotto,
– Fare informazione,
– dare uno strumento decisionale alla comunità per individuare e soddisfare le proprie necessità
– dare alla comunità anche gli strumenti economici per soddisfarle
Non so se hai avuto modo di vdere il link a Gaia, digigas é un’ottima soluzione che, non avendo la la possibilità di filtrare gli ordini per sottogruppo, necessiterebbe di un’installazione per gruppo, con panieri separati…un po arzigogolato…stiamo lavorando con Dario di retegaslazio per risolvere questo ed altri punti, rimane comunque lo strumento migliore tra quelli a disposizione é per questo che anche noi stiamo pensando di usare una mod, con tutti i pro e contro che questa scelta comporta…
Ragazzi… Critiche costruttive!!! Fate finta che sia un progetto di Ingasati… Come dovrebbe essere?
Poi fatecelo mettere in pratica e poi decidete…
Non decidete senza avere abbastanza informazioni!!!
Un abbraccio costruttivo
Davide
Ciao,
Ho poco tempo e soprattutto poca diplomazia stamattina quindi scusatemi in anticipo.
Mi è piaciuto molto l’intervento di Marco: pratico e dritto al cuore dei “possibili” problemi (anche se non conosco il sistema di BarcoGas). “Possibili” perché la nostra organizzazione un po’ confusionaria non è per forza un handicap.
Penso alla nostra esperienza come referenti che è senza dubbio gioiosa. Tu, Davide, da quanto segui il nostro gruppo? Hai avuto modo di occuparti di una referenza e come mai ti è sembrato così inadeguato il nostro metodo casereccio?
Come hanno detto in molti, migliorare è sembre buono e possibile, ma perché per migliorare dobbiamo per forza usare il tuo programma?
Ricordo a Davide che Gaia NON È UN PROGETTO DEGLI INGASATI, è un progetto suo che -a quanto pare- vuole farci andare bene per forza.
Mi fa riflettere il fatto che a lamentarsi dell’inefficienza non siano coloro che più tempo dedicano al GAS.
Scusate ancora per il mio tono poco pacifico: addebitatelo pure allo sbalzo di ormoni di una donna in allattamento!
Gloria
Ciao davide
Ho guardato il link a gaia, ma a parte capire che state utilizzando un software per la creazione di un social network, tra l’altro a pagamento anche se da costi contenuti, non ho capito bene cosa lo strumento possa dare in più ad ingasati.
Mi sembra che ci siano due questioni da tenere separate: lo strumento e le finalità.
Parlo da “imbucato” in ingasati, in quanto faccio parte del gruppo di forlimpopoli che collabora con ingasati. Lo strumento c’è già senza bisogno di stravolgere ciò che funziona. Ingasati è già un sito attivo con persone altamente motivate.
Stavo pensando di più a come possa essere migliorato piuttosto che a quali benefici si possano avere ad aderire a gaia, che ancora non capisco oltre al social network cosa possa offrire.
Per il resto ribadisco gli aspetti di cui parlavo in precedenza. Non si tratta solo di fare gli acquisti più facilmente, si tratta di agevolare i referenti, visto che non lo fanno come lavoro principale a tempopieno. Facendo risparmiare tempo ai conti e alla gestione degli ordini, tempo da dedicare magari ad altro nel gruppo o in famiglia.
Gli sviluppatori di digigas, da quanto emerso dagli scambi di mail di quella community a cui sono iscritto pure io, erano dell’idea di trovare strumenti di collaborazione tra i gas, come quello di condividere gli ordini tra diversi gas, qundi anche tra diversi sottogruppi. Tra l’altro l’attuale versione con qualche piccola modifica potrebbe essere adattata ad un gas con sottogruppi.
Condivido le finalità di fondo del progetto gaia ma credo che si riescano a trovare comunque collaborazioni senza bisogno di cambiare strumenti che già funzionano, legandosi ad una piattaforma proprietaria (considerato che ad oggi il sito ingasati è indipendente), quello che occorre è un po’ di organizzazione lato ordini e comunicazione per rendere più semplice l’esperienza di ingasato.
Saluti
Marco
Quoto in pieno molti commenti, Romeo in primis e barcogas poi.
Se il problema è l’organizzazione (ma in questi anni di appartenenza al GAS non ne ho avuto paura, anzi, è sempre stato uno stimolo), la si risolve cercando di coinvolgere e far partecipare altri GASisti che non partecipano per vari motivi (pigrizia, poca conoscenza del Piccì, poco tempo a disposizione,ecc, ecc).
SE un sottogruppo diventa troppo grosso; semplice, lo si divide, la forza del piccolo è incommensurabile e difficilmente ripetibile su grande scala.
Questi problemi di “organizzazione” sono risolvibili, mi sembra.
Ora, rimane il problema di questo e quello…….. Il GAS mi sembra sia un Gruppo di Acquisto Solidale: dare lavoro con ricarico a GAIA del 20% non significa che si risponda al “Solidale”, almeno non è questo il significato che ci ha spinto (io e mio marito) ad aderire al GAS…Quindi, per noi, la soluzione GAIA sembra un tentativo di “burocratizzare” con costi aggiuntivi ciò che già lavora abbastanza bene e che non necessita di “rivoluzioni” ma di “aggiustamenti”.
Se deleghiamo la gestione informatica/amministrativa/contabile ad una “società” esterna cosa ci resterà del GAS? Perchè GAIA e non magari altre società che si occupano di questo o quello a vario titolo?
Proponiamo invece un team di informatici/amministrativi/contabili che affianchi, se proprio necessario, i gestori dei sottogruppi nei processi di lavoro, ma sempre nell’ottica del “gratis” per noi e per gli altri, altrimenti cosa mi impedisce di andare a prendere il bio alla COOP?
Mio marito dice che nei suoi seppur pochi 41 anni ha già visto questo “trasformismo futurista”, ne ha pagato dazio la maggior parte delle associazioni di artigiani e piccoli commercianti, nate con uno scopo “solidale” e trovatesi poi di fronte ad una e vera “pesante burocratizzazione” della semplicità, con S.r.l o S.p.a. che alla fine badano solo al proprio mantenimento e all’avanzo di bilancio (associazioni di categoria “DOCET”).
Non vedo poi perchè il tempo impiegato dai cassieri o dai referenti sarebbe da considerarsi lavoro non retribuito o “nero” mentre quello impiegato per organizzare workshop, concerti o conferenze sarebbe diverso…
Parteciperò comunque volentierissimo alla plenaria in cui si presenterà Gaia e siamo disponibilissimi eventualmente a rivedere le nostre posizioni se avessimo mal interpretato la proposta….
Saluti,
MonicaL e SimoneB
Grazie a tutti, e dovute quanto il ringraziamento, le Scuse.
Credo che nei miei ultimi post abbia preso il sopravvento il mio Ego e non ho saputo sfruttare ciò che vi ho chiesto e mi avete dato: commenti all’idea.
Per fortuna, continuo a vedere quel tanto di curiosità che basta tra voi, spero di cuore di riuscire ad alimentarla fino al giorno in cui vedrete nei miei stessi occhi la luce che da tempo ci spinge nel realizzare GAIA.
Credo che come per ogni progetto ambizioso, ci sia bisogno di entusiasmo e non di diffidenza, siamo un’unica comunità: i cittadini del nuovo mondo e la sfida che abbiamo davanti ci impone di provare nuove strade per diffondere le consapevolezze che purtoroppo oggi sono solo di pochi…
Per poter vivere tutti bene su questa terra bisogna reimparare a consumare, preferendo prodotti a basso impatto, provenienti da filiere corte e possibilmente, dal proprio territorio, ma questo, se state leggendo, lo sapete già!
Mi sono chiesto : “Cosa può effettivamente dare Gaia a Ingasati?”
La risposta è che, almeno all’inizio è Gaia che ha bisogno dell’entusiasmo e dell’energia di Ingasati.
Stiamo cercando di allargare la comunitò dei Gasisti, e abbiamo deciso di ispirarci ad Ingasati per disegnare una Rete di GAS con una vetrina unica e comune, in cui si possano condividere informazioni, idee e, perchè no, anche il camion che viene dalla sicilia e chè è più facile riempire se si acquista in di più.
“ma, per chi non si interessa di computer… cosa cambierebbe nel GAS?”
Il GAS resterebbe com’è ora per chi lo vuole così,le storie dell’efficienza, e del pagamento del lavoro sono solo comodita e semplificazioni che un gruppo puo scegliere di utilizzare, sono i particolari che hanno distratto l’attenzione dale idee al cuore del progetto: la Sostenibilità e la Solidarietà.
In Gaia i referenti continuerebbero a riferire per quel produttore, ma lo farebbero in una pagina fatta apposta per quel produttore, postando video , foto e quant’altro, il Gasista, sulla stessa pagina potrebbe dare opinioni,segnalare problemi, proporre idee…più RETE insomma.
L’altra parte fondamentale del progetto viene dalla necessità di svincolarsi dall’euro in modo da ammortizzare quello che sarà il prossimo impatto della crisi.
In Gaia si potranno quindi a scambiare beni nuovi o usati o servizi(dipende solo da quanto tempo libero quanta fantasia e quanti oggetti inutilizzati ed a cui dare nuova vita avete!), in una vetrina nazionale ed utilizzando una moneta parallela, la Gaia, appunto.
Cosciente che la Parola è una forma imprecisa per esprimere il Concetto, speranzoso vi saluto.
Davide
Per Davide Crescentini.
Sono Ivano, della redazione del giornale Romagna e dintorni atuttogas. Pensavo di mettere il tuo post sul giornale così magari ne vengono informati i vari Gruppi della Romagna. Ok?
ciao,
Ivano
Mi è piaciuta molto la risposta di Davide, chiedere scusa non è mai semplice !
Io sono convinto che gaia sia un’idea interessante che rimane comunque UN MEZZO, non un fine.
Un mezzo che può facilitare un’idea, un obiettivo comune è sempre da sviscerare e capire.
abbracci
Pietro
Qualche osservazione:
da programmatrice entrando nel gas nn capivo perchè non si potessero fare gli ordini in modo più semplice (per chi ordina intendo), stile sito e-commerce. mi ci è voluta più di una plenaria e un bel po’ di email e articoli sul blog per capire che è proprio quello che non si vuole, l’e-commerce. che siamo tutti alla pari nel cercare di dare una svolta anche alla nostra vita e a quella dei produttori grazie ai nostri acquisti. ringrazio romeo che da qualche parte ha scritto che sul suo ordine vuole poter dire “sALUTI RADIOSI”. Lì c’è tutto. come c’è tutto nella cassetta che ricevo con un bigliettino dove ci sono i consigli di degustazione di quella particolar marmellata o mi si avvisa che mi omaggiano una melanzana. O quella consegna di Maya&Matteo avvenuta sotto una neve incredibile! questo mi ricorda un approccio alla “siamo umani”. Detto questo ci si può sempre migliorare, io stessa ho provato a creare un wiki, i forum sono utili,le mailing list possono essere soffocanti, ma c’è l’entusiasmo di condividere subito una notizia, un evento, una curiosità un dubbio. c’è il gruppo su fb degli ingasati, anche per questo- perchè tutte le piattaforme vanno bene. Ma quel che non si deve perdere di vista è che ognuno dà il suo contributo come può/vuole.
Serve un gestionale per avere gli ordini più facile? bene. si può pensare di comprarlo. Conosco GAS che l’hanno fatto.
Ci serve un’associazione per gestirci la parte fiscale? bene, si può pensare di farla. Serve una vetrina visibile per gli scambi? beh quella già c’è. Esiste già ReteGAs nazionale, ci sono associazioni locali che fanno il baratto, ce ne sono di nazionali, c’è un bellissimo gruppo su Facebook uno per gli scambi in generale (vestiti, autoproduzioni, etc) e uno sullo scambio vendita di pannolini lavabili usati. Su FB ci metti 5 secondi a crearne uno come vuoi. Come ci vogliono 5 minuti per aprire un blog/wiki/sito in diverse piattaforme. Non mi è ancora chiaro perchè dobbiamo appoggiarci a GAIA fatta a immagine e somiglianza degli inGASati.. senza che gli inGASati siano stati coinvolti nella fase di progettazione. O mi è sfuggito qualcosa? E dirò (oggi sono anche girata male per conto mio, mi aggrego agli ormoni di cui sopra di Gloria) mi offende un pochino che proprio all’interno di un GAS con quella bellissima S di solidale il volontariato (perchè di questo si tratta) della gestione dell’ordine venga monetizzato e paragonato al lavoro in nero. Faccio diverse cose a titolo di volontariato, e anzi spesso ci rimetto di tasca mia. Di solito, da fuori, non vieni considerato e apprezzato per quel che fai gratis, ma proprio non accetto che mi si dica che alimento il lavoro nero….
Ciao Claudia e grazie perle preziose osservazioni!
Hai toccato esattamente il punto…il perché Gaia?
Hai parlato di un sacco di esempi di stili di vita sostenibili e di siti che offrono servizi…il problema è che sono tutti scollegati tra loro!
Gaia mette in rete i forum, il wiki, il baratto, i GAS…é la linea che unisce i puntini…
Tutti al mondo siamo fondamentali e tutti abbiamo energie da spendere in ció che “sentiamo” sia giusto…se in due tiriamo in direzioni diverse, il carro resta dov’é…se ci mettiamo d’accordo, andiamo molto più veloce verso la nostra meta…
Per mettersi d’accordo bisogna comunicare, so’ che chi é già Ingasato già lo Sa, ma qui stiamo cercando di fare un disegno il piú completo possibile; Gaia ha deciso di credere nei Gas ed é adesso la fase di progettazione da cui ti sembra di esser stata esclusa…é ció che vi stó chiedendo di fare…darmi una mano nel progettare, sperando poi che l’idea Gaia , piú in generale, vi tenga sul nostro stesso sentiero verso la sostenibilità…
In sostanza…Sí, quel che proponiamo è già tutto presente, non stiamo inventando niente, stiamo solo reinterpretando tutto in una visione unitaria orientata verso la sostenibilità degli stili di vita…
ABBRACCI RADIOSI!
Davide
Un altro posto vegano
A parte che mi piace molto il maiale anche se só che se ne dovrebbero limitare i consumi…
Un altro posto vegano???