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Dibattito su Astorflex in corso su Carta

Ciao a tutti,

sul sito web della rivista Carta (che è stata la prima a sponsorizzare “le scarpe per i GAS”) , è in corso un dibattito sull’azienda Astorflex dalla quale acquistiamo le nostre scarpe. Per riassumere, un GAS di Lecco rimprovera ad Astorflex la commercializzazione presso la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) di scarpe simili a quelle destinate ai GAS, ma realizzate con materiali più scadenti (e con conciatura al cromo) e dal prezzo quindi notevolmente inferiore e con marchio Astorflex. La critica ad Astorflex è abbastanza netta, ma sul sito di Carta viene riportata anche la risposta di Gigi Perinello (che ribadisce anche le cose che ci ha spiegato alla riunione) e una serie di commenti di gasisti di tutta Italia.

Il dibattito completo è consultabile all’indirizzo http://www.carta.org/campagne/decrescita/esperienze/consumo+critico+e+prodotti+ecocompatibili/19434.

Riteniamo che sia giusto che si discuta questa cosa anche sul nostro blog perché in fondo appartenere a un gruppo d’acquisto solidale significa anche porsi delle domande e, perché no, dubbi su tutti gli acquisti che effettuiamo. O no?

Commentate copiosamente.

A presto

Davide e Gloria

4 risposte su “Dibattito su Astorflex in corso su Carta”

Noi riteniamo che (come ci ha spiegato Gigi alla riunione) l’abbandono da parte di Astorflex dei prodotti per la GDO avrebbe comportato sicuramente dei licenziamenti e dei danni per una ditta che con coraggio sta provando a fare una cosa diversa. Per questo, pensiamo che non si possa essere troppo “integralisti”. La cosa che ci ha creato un po’ più di perplessità, tuttavia, è l’utilizzo del marchio Astorflex per i prodotti destinati alla GDO. Infatti, se questo marchio all’inizio non diceva niente a nessuno, dopo Report viene associato da molti (pensiamo soprattutto a chi non appartiene ai GAS e quindi non ha avuto modo di conoscere i principi che ci ha esposto Gigi) alle scarpe di qualità, a filiera italiana, senza cromo ecc. ecc., cosa che in realtà non sono.
In fondo, come ci ha spiegato Gigi, le scarpe per i GAS non hanno alcun marchio per una precisa scelta etica. Le scarpe potrebbero sembrare le stesse, le produce la stessa ditta, ma noi sappiamo che sono completamente diverse. Il punto è: chi compra le scarpe Astorflex al negozio, lo sa? Gli interessa?

Ritengo sia importante discuterne anche noi nel nostro GAS perchè sostanzialmente riguarda tutti e venirlo a sapere per altre vie può essere triste e svilente quindi ringrazio daviglo di cuore!
Abbiamo avuto la possibilità (diversi di noi) di conoscere direttamente il nostro produttore di scarpe Astorflex che è venuto a presentare i suoi prodotti direttamente ad una nostra riunione; lo stesso fanno con altri GAS della zona (a Faenza sono andati sabato scorso…) e, sinecramente, non cambierei le mie scarpe Astorflex con niente al mondo ma tant’è, torniamo sull’indagine di Carta

I prezzi fra le nostre scarpe e quelle della GDO sono abbastanza differenti ma va detto che la cosa non mi sembra sia tenuta nascosta nel loro sito e che anche la risposta di Periniello citata da Daviglo sia puntuale e circostanziata.
Personalmente (come anche con altri referenti con cui già ci siamo confrontati) ritengo che qualsiasi azienda prima di convertirsi ad un certo tipo di produzione debba comunque rispondere alle leggi di mercato salvaguardando prima di tutto la propria sopravvivenza. Una conversione ad una produzione diversa deve avere passi certi e cadenzati in funzione del mutare del mercato e penso che quanto Astorflex fa sia sicuramente un buon passo avanti nel migliroamento del mercato. Spero che Astorflex voglia anche dirci se ha nei progetti di mutare la produzione lasciando perdere la GDO (un giorno…) oppure esclude completamente questa possibilità dalla sua strategia aziendale ma comunque ci risponderà l’azienda sono convinto che sia bene continuare ad appoggiarla anche per mostrargli che i “Clienti”, se informati e istruiti, possono effettivamente cambiare le leggi del mercato.
Senza contare poi che questa esperienza positiva di Astorflex potrebbe essere “copiata” da qualche altra azienda o da qualche altro gasista che decidesse di affrontare un’avventura del genere; i cambiamenti vanno affrontati con calma e continuità. Concludospero che tanti altri si uniscano ai commenti perchè, se nessuno scrive, potrebbe anche significare che a nessuno frega niente … sostanzialmente; questa sarebbe la più grossa sconfitta per un inGASato che ancora crede che cambiare il mondo sia possibile e dipenda da ciascuno di noi!
Ora una citazione:
Non cambierai le cose combattendo la realtà esistente. Per cambiare qualcosa costruisci un modello nuovo che renda la realtà obsoleta (Buckminster Fuller)

Saluti radiosi

Io capisco benissimo la questione di Astorflex e mi è piaciuta la risposta.
Il discorso sulla qualità delle scarpe del gdo confermano l’impatto socioambientale di determinate produzioni, magari questa storia può agire da leva anche nella grossa distribuzione.
Astorflex dovrà decidere se mettere l’informazione apparsa sull’articolo (cromo ecc) sulle scarpe da 29 euro e ricordare al cliente che c’è anche l’altro tipo di scarpa, l’altra via.
Questa storia mi fa ricordare la situazione degli allevamenti biologici, l’azienda oggi deve essere totalmente bio, non può avere parti non bio e questo per dare una garanzia in più e una tranquillità al cliente.Determinati farmaci o fitofarmaci non possono essere presenti in azienda, non ci devono entrare.
Se una parte della mia azienda non è bio io posso tenere i farmaci proibiti dicendo che li uso solo negli appezzamenti non bio, ma in azienda ci sono e chi mi assicura che non vengano usati anche sugli appezzamenti bio ?
A mio parere, Astorflex deve dare una garanzia totale e certificata sulle scarpe che vende ad i gas ed informare sulle dfferente eticoambientali i clienti del gdo
abbracci
Pietro

Io credo che l’Astorflex nel produrre le scarpe per i Gas faccia una cosa unica e che, come anticipato da Gigi alla riunione, altre aziende vorrebbero almeno in parte copiare.
Per questo vanno comunque lodati e ringraziati. Per noi dovrebbe essere altrettanto importante però sapere come producono le scarpe in Romania: a parte l’uso del cromo che è ormai prassi comune, vorrei sapere se, non potendo operare in Italia per motivi economici, rispettano anche in Romania le norme sul lavoro, sull’inquinamento, ecc. Infine potremmo almeno suggerirgli di riportare in Italia quella produzione…
Maurizio

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