Provo a mettere insieme alcune considerazioni che ho raccolto qua e la e che penso poccano interessare a tutti noi che, nel bene e nel male (costretti o per comodità …) ci troviamo a dover avere a che fare con questo apparecchio oramai divenuto di comune utilizzo.
Prima di tutto è bene rammentare che è meglio cercare di non “cellularizzare” i bambini in quanto ci sono ricerche che valutano anche i rischi a cui li sottoporremmo … e non si esprimono particolarmente in modo positivo ed il principio di cautela deve comunque avere il sopravvento con i bambini (mi permetto di segnalarvi questo articolo al riguardo .. palese conflitto di interessi 🙂
Detto questo passiamo alla scelta del cellulare che sarebbe utile cercare di svincolare dalla “ultima moda” cercando di appurare quali sono i cellulari più “sostenibili”; a questo proposito consiglio la lettura dell’ecoguida di Greenpeace relativa proprio agli apparecchi elettronicl.
Troverete che la Nokia è in testa visto che promuove la raccolta ed il riciclo dei vecchi (anche se non ho ben capito se di questi punti di raccolta dei cellulari usati ce ne siano anche in Italia …); inoltre ha anche eliminato il PVC e rimuoverà anche a breve (fine 2009) dei ritardanti di fiamma bromurati (sostanze particolarmente dannose).
Ma il problema resta comunque sul come smaltire i cellulari sfiniti che abbiamo (ebbene si, andrebbero proprio usati fino alla fine dei loro giorni….!!!) e così da una delle mailing list a cui sono abbonato (ma non ricordo più quale…) mi era arrivato un interessante stimolo che ho raccolto andando a fondo e ottenendo delle risposte: si potrebbe pertanto farsi mandare una scatola in cui riporre tutti i cellulari dismessi (funzionanti e non) per permettere ad una ONLUS (Banco Informatico Tecnologico e Biomedico) di ottenere valore monetizzabile da quelli che per noi sono semplici “rifiuti speciali”. Questa ONLUS poi li manderebbe ad un centro specializzato per un loro eventuale rimessaggio (in favore magari di luoghi del mondo più reconditi e meno soggetti “all’ultima moda”) oppure verrebbero smontati recuperando i materiali pregiati (ma leggete meglio sotto la loro risposta in blu…).
Vi inserisco la domanda e la risposta avuta proprio da un rappresentante della ONLUS in modo che ve ne facciate un’idea e mi diciate, nei commenti alla discussione, se avete o meno dei cellulari dismessi e che non avete ancora gettato nel cestino (visto che è difficile capire dove gettare questi congegni elettronici). A proposito, se qualcuno sa dove posso conferire una vecchia stampante non + funzionante (ormai mi sono stancato di spallottarla da un armadio all’altro) … lo dica!!!
Domanda del rompiballe (e cioè io…):
Salve, chiedo scusa ma ho visto che raccogliete anche cellulari usati e anche non più funzionanti. Io faccio parte di un Gruppo di Acquisto Solidale e mi piacerebbe anche proporre agòli altri membri una raccolta di gruppo per aumentare il livello e la quantità .
Fate anche ritiri cumulativi?
Esattamente come e dove finiscono siano i cellulari che le batterie e che tipo di lavorazione ricevono?
Grazie per la risposta che vorrete darmi.
Risposta ottenuta dopo pochi giorni:
Buongiorno.
Sì, possiamo fornirvi dei raccoglitori nostri personalizzati (dimensioni alt. 100x50x40) e poi fare ritiri cumulativi da concordare. La raccolta è fatta in collaborazione con una ditta belga che utilizza i cellulari raccolti per due scopi: quelli ancora buoni li ricondiziona e rivende a basso prezzo sui mercati più poveri (Africa, Est Europa ecc.), da quelli rotti recupera i materiali, soprattutto quelli preziosi.
A disposizione per ogni chiarimento, ringrazio per l’attenzione alla nostra opera.
Cordiali saluti.
Paolo Galandra
Direttore Divisione Informatica
Associazione di Volontariato
BANCO INFORMATICO TECNOLOGICO e BIOMEDICO
Via Di Vittorio 61 20068 Peschiera Borromeo (MI)
tel. 02.54774580 – fax 02.55306025
cell. Quello non lo pubblico… ma ce l’ho al bisogno
E adesso avanti … ditemi senza clemenza che ne pensate e … se avete cellulari usati … avrei già un’idea sul dove posizionare lo scatolone 🙂
Saluti radiosi
6 risposte su “Il cellulare, come sceglierlo pensandolo dalla culla (o meglio dalla Patente) alla … tomba”
Intanto complimenti per il sito (meldolesi.net),non l’avevo ancora visto, e mi è sembrato veramente chiaro, ricco di spunti e “accogliente” (belli i colori,la grafica e il top)!bravi!!
Per quanto riguarda il cell ai bambini, è una battaglia che porto avanti anch’io da tempo,ma il problema,ahimè, ho notato che sono molto spesso i genitori,che sono o iperprotettivi e dannosissimi,o svogliati,assenti ed ugualmente dannosi.E’ un cane che si morde la coda, e questa è solo una delle tante conseguenze sui piccoli…
Per i genitori noto con molto piacere che ci sono sempre più corsi,incontri, possibilità di confronto (centro donna e/o consultorio a Forlì,per es), perchè comunque nessuno nasce “imparato”!!!
Boh,poi io parlo parlo,poi mi ci voglio vedere a me quando sarà il mio momento…Chiara
Proprio l’altro giorno mio babbo mi ha detto di aver sentito parlare di questa ONLUS. Io avrei qualche cellulare “morto” da smaltire.
mi sembra un’ottima idea! anch’io ne avrei qualcuno…intanto spargo la voce!
Io qualcuno da buttare ce l’ho, mi sembra un’ottima idea (il riciclo) anche se sarebbe meglio approfondire più il tema sanitario io non capisco bene cosa voglia dire “sezione biomedica”, non vorrei che come al solito vengano mandati al sud del mondo materiali inquinanti che poi non vengano utilizzati in quanto magari si fa fatica a trovare un pezzo di ricambio, ne ho viste troppe di ste cose
Pietro
Pietro ha messo il dito nella piaga.
E’ il dramma della cosiddetta spazzatura high-tech. Bisogna capire la serietà di questi signori. Nei paesi poveri (paesi dell’Africa come il Ghana, in India, in Cina)molti vivono grazie al recupero di materiali elettronici rottamati.Si tratta perlopiù di televisori e computer da cui vengono staccate le parti di rame dai tubi catodici spargendo a terra frammenti che contengono piombo, una neurotossina, e cadmio, un metallo cancerogeno che danneggia polmoni e reni. Recuperano parti che possono essere rivendute, come drive e microchip, poi strappano i cavi e bruciano la plastica. Si vende il rame e poi con il ricavato si acquistano altri rottami elettronici.Naturalmente di operazioni in sicurezza non se ne parla e i falò spesso bruciano accanto a i mercati dove le donne vanno a procurarsi il cibo.Secondo i dati APAT, la nostra Agenzia di Protezione dell’Ambiente, ogni anno ciascuno di noi butta via 14 kg di spazzatura high tech per un totale di 850 tonnellate annue. Il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente calcola che il totale mondiale si aggiri sui 45 milioni di tonnellate annue. Cosa accade a tutti questi rifiuti? In Italia viene riciclato o recuperato meno del 10%. Oltre agli elementi tossici le apparecchiature elettroniche contengono quantità rilevanti di argento, oro e altri metalli preziosi usati come conduttori elettrici. In teoria riciclare l’oro da vecchie schede madri di pc sarebbe molto più economico e meno dannoso per l’ambiente che estrarlo dal suolo, spesso in miniere all’aperto che minacciano foreste pluviali ancora intatte. Ma con i sistemi attuali il riciclaggio è meno innocuo di quanto appaia. Consegnare un apparecchio elettronico a una società specializzata o a un punto di raccolta non garantisce uno smaltimento sicuro. Può infatti accadere che un’azienda, anziché recuperare i materiali badando a minimizzare l’inquinamento e i rischi sanitari, venda il tutto a grossisti che li spediscono in paesi in via di sviluppo al riparo da norme ambientali severe. Non lo dico io ma il “National Geographic”.
La Ue ha stabilito che devono essere i produttori a farsi carico dello smaltimento sicuro dei rifiuti elettronici.
Comunque se il Banco informatico è collegato al Meeting di Rimini, si tratta di una no-profit di Comunione e Liberazione che ha istituito a suo tempo anche il Banco Alimentare ed il Banco Farmaceutico. Si dovrebbe trattare di persone responsabili, insomma.
Io avrei qualcosa da dare, i telefonini li uso allo sfinimento e finché posso riciclo quelli dismessi da altri, ma ad un certo punto danno il collo!
Ma il mio commento era relativo ad un’altro post,non a questo…bohhh!!Comunque anch’io sapevo qualcosa riguardo al commercio sfrenato nel Sud del mondo, direi che prima sarebbe meglio chiedere ulteriori chiarimenti,comunque qualcosa da smaltire la dovrei avere anch’io.
Magari ne parlaimo alla riunione,Chiara