Il biologico sotto tiro…

Da alcuni giorni in rete c’è gran fermento tra i siti che si occupano di biologico e più in generale di informazione “alternativa” il motivo è una compagnia quanto meno discutibile messa in atto da “l’espresso” e che si troverà in edicola il 30 agosto.

Non riporto per questioni di copyright quanto scritto ma lo potete trovare qui “Bio non fa miracoli” per quanto io non sia un paladino del biologico tutti i costi trovo questo articolo davvero urtante (spero che che sia stato scritto così appositamente per farmi comprare il settimanale in edicola) e subito mi sono messo alla ricerca in rete di pareri sul articolo tra le fonti che abitualmente leggo e cercando un po’ in giro grazie a Google.

Una pioggia di critiche, stroncature senza pietà articoli anche molto interessanti mi hanno affollato le schede di firefox poi tornando sul articolo ho notato che c’erano 120 commenti e questo mi ha fatto molto piacere evidente l’argomente riscuote interesse e se fa così discutere forse non è del tutto male.

la strada intrapresa dagli inGASati secondo me rimane quella “maestra” non credo sia semplice per nessuno aver certezze sui prodotti che si trovano nei vari negozi anche se si fosse il più rigoroso possibbile l’unica soluzione sarebbe il controllo diretto.

Otre alle nostre riflessioni che mi aspetto copiose riporto qualche “fonte” molto autorevole Ecoblog oppure blogeko

6 risposte su “Il biologico sotto tiro…”

Boh, adesso vado controcorrente. Dalle tue parole “campagna messa in atto dall’Espresso” intuisco he secondo te l’Espresso abbia in mente con quell’articolo di architettare qualcosa di sbagliato. Beh, magari dice solo la verità, indipendente da quanto urtante sia. Del resto la definizione data dalla legge di “BIO” non impone che il prodotto sia sano. Tanto per fare un esempio scemo tu puoi vendere biscotti zeppi di strutto e definirli giustamente “BIO”, perchè rispetta un certo disciplinare di produzione. Va da se che fare colazione con quelli non è il massimo della salute. Un altro esempio: tra comprare patate BIO da 60 chilometri di distanza, e patate non bio dal contadino dietro casa, la prima scelta è per definizione bio, la seconda no, eppure non ci metterei la mano sul fuoco che sia la scelta più rispettosa della natura.
In realtà si tende ad attribuire al termine bio una indefinita serie di accezioni positive, che non ha. Un altro esempio: per un sacco di gente il prodotto bio è non industriale. Eppure nella legge non è scritto da nessuna parte che i biscotti bio li fa per forza la vecchietta in casa.
Concludendo. Quel trafiletto che tu hai citato, che io non ho trovato affatto scandaloso, dice “Non legegre nel testo della legge (2092 del 1991) ciò che non ci sta scritto”.

Non sono uno paladino del biologico a tutti costi molte cose che dici le condivido, vorrei solo chiarire che la cosa che più mi ha dato fastidio nel pezzo pubblicato sul sito dell’espresso è il profilo medio basso troppo divulgativo poco ponderato senza lasciar spazio a repliche, mi pare un po’ poco “scientifico” basar tutto su un inchiesta di Altroconsumo mi pare un poco per azzardare.
Sulla sempre minore autorevolezza della carta stampata ne parliamo prossimamente.

Per quanto riguarda lo scarso rigore direi che di pressapochismo colpisce di pressapochismo perisce. Agricoltura convenzionale, industria a grande distribuzione, che di solito vengono considerati come fossero una unica cricca, sono attaccate con argomentazioni di pari livello, desolante. Ricordo ad esempio una serie di attori che avevano fatto analizzare il proprio sangue trovandoci tracce di antiparassitari. Naturalmente avevano evitato di riportarne le quantita’, cosi’ basse che non avrebbero fatto venire il mal di pancia neanche ad un moscerino, e di specificare che quelli attualmente ammmessi in italia hanno tempi di carenza, cioe’ di autodistruzione, ben diversi da quelli che si distribuivano anni fa. Tempo fa a “Mi manda Rai 3” misero alla gogna dei produttori di bibite perche’ in una singola bottiglia erano state trovate tracce di benzene al limite della rilevabilita’ sperimentale, derivato dall’acido benzoico aggiunto come conservante. Che vuoi che ti dica, avere una penna o una tastiera in mano e saperle usare sono due paia di maniche molto differenti.

Sul biologico secondo me è triste che si attacchino operatori seri, ma sicuramente ci sono anche tanti operatori poco seri che si fregiano di quel marchio.

Io avrei indirizzato maggiormente l’attacco ai tanti enti di certificazione che si limitano a controllare carta e produrne a loro volta …raramente si spingono ad analisi effettive sui prodotti ed ancora più raramente espellono coltivatori o trasformatori senza scrupoli (perlomeno se lo fanno non vengono “opportunamente” sputtanati…)

Detto tra noi sono andato da una ditta di Bagnacavallo che Prepara conserve di frutta bio e ci ho trovato fuori al sole caldo di luglio dei bei fusti con una etichetta appiccicata sull’imballaggio in plastica scritta in Italiano e apparentemente completa …peccato che sotto le pellicole di plastiche, attaccate al fusto vero e proprio ci fossero etichette scritte in russo????!!!!

Purtroppo è il commercio che rovina tutto, dobbiamo tornare a reimpossessarci dell’agricoltura, conoscere personalmente il “nostro contadino”; tu, se dovessi fregare una cooperativa che ti manda la frutta o i prodotti all’estero o non si sa bene dove, che saprai quanto ti paga i prodotti solo un anno dopo e te li paga comunque una miseria o dovessi fregare un tuo vicino che viene e ti paga equamente la tua produzione, che conosci, magari con cui ti ritrovi al bar o al ristorante … cosa faresti?

Lasciamo perdere poi i marchi “blasonati” del biologicoe che ormai hanno perso il contatto con il “locale” e la terra; conosco un contadino che porta la frutta ad uno di questi e non ti dico che trattamenti gli fa … Su richiesta della stessa Società del bio!!!

Insomma … Tocca ad ognuno di noi tenere gli occhi aperti … Purtroppo il genere umano tende sempre a peggiorare la considerazione che dovrebbe elevarlo al di sopra degli animali…. quello che stiamo facendo è proprio questo e farlo in gruppo da sicuramente molte più soddisfazioni e ci permette di avere un “raggio di controllo” molto più ampio di quanto un singolo potrebbe!!!

Saluti radiosi

Se andate sul sito di prober troverete la risposta all’articolo dell’espresso in una intervista a unomattina credo su Rai Uno, del presidente Paolo Carnemolla.
Pietro

il sito indicato mi ha intasato il pc per 2 volte ma ho trovato questo che magari è la stesa cosa se qualcuno ha possibilitare di copiare e incollare qua …

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