Ormai esistiamo e stiamo ragionando su come allargarci.
Ma come ci rapportiamo alla rete nazionale? All’ultimo incontro sono venute fuori cose interessanti per quanto discutibili (come il rapporto con la grande distribuzione).
E noi come ci rapportiamo nei confronti di accordi o tavoli nazionali?
Santa filiera corta e piccolo è bello, va bene, concordo, ma avere anche un respiro nazionale (sapere cosa si fa e cosa si dice dei gas a livello nazionale) forse potrebbe essere un’occasione di crescita.
6 risposte su “Dall’incontro nazionale dei gas”
Sempre stimolanti i tuoi contributi Stella.
Io onestamente sono fermamente ancorato agli acquisti locali ed accordi con supermercati ancora non li vedo di buon occhio almeno finché gli stessi sfruttano il lavoro dei CO CO PRO.
Per me qualcuno che segua la rete Nazionale ci vuole anche solo per informare/rci di cosa bolle in pentola ma poi si deve vedere cosa e come possiamo interagire e, soprattutto, cosa può effettivamente venire applicato ai nostri GAS.
Comunque vediamo gli altri che ne pensano … io sono solo uno… anche se grosso 🙂
Saluti radiosi
L’ala consevatrice mi odierà dopo questi mio commento ma io la butto li comunque
“l’harem di Pietro” oltre a pensare al cibo potrebbe pensare qualcosa come stimolare una discussione di questo tipo magari invitando qualcuno con cui fare un mini dibattito su questi temi
ogni occasioni è valida per confrontarci
Caro Paolo, come al solito colpisci nel segno e quindi visto che il Gas è anche bella e sana provocazione ti dico quello che penso.
Se i gas riuscissero a fare pressione sulla grossa distribuzione, perchè riveda almeno la logistica, per cominciare, per diminuire inquinamento ecc. sono sicuramente daccordo.
Non sono daccordo sulle sette ossia credo che il gas sia una provocazione oltre ad essere un sistema sociale-solidale-commerciale e debba quindi aprirsi all’esterno per mostrare che c’è un’altra via, per rompere le scatole e stimolare riflessioni.
Il rischio e che diventi un sistema di chiusura e che quindi si richiuda su se stesso, ultimamente entra gente ma ne esce anche e sarebbe bello capire il perchè.
So che Romeo e qualcun altro stanno lavorando sui dati che si possono estrapolare (costi, risparmio energetico, meno inquinamento ecc.per esempio)da una esperienza come quella dei gas.
Può essere interessante cominciare ad avere dei dati.
Mi riconosco comunque nel fatto che hai produttori sia utile anche un altro tipo di mercato rispetto ai gas perchè è vero che non assorbono tutta la produzione e di questo ne siamo tutti coscenti.
Forse una provocazione fatta alla grande distribuzione ci può stare, anche perchè i due sistemi possono coesistere.
La cosa importante è il ruolo che il gas avrà in questa storia ossia se può fare da organismo di controllo nella grande distribuzione e quindi portare i suoi principi fondanti( contatto diretto produttore consumatore, trasparenza prezzi e logistica, etica degli investimenti) alla grande distribuzione, una specie di grosso comitato mensa apartitico, perchè no, sarebbe una storia interessante.
Pietro
Ciao, interessante discussione… è un argomento su cui spesso mi scontro..a volte anche con me stesso (vi assicuro che non è facile!!)… e ricorda il tema anche del commercio equo e solidale e del suo rapporto con la grande distribuzione.
Il punto di vista del produttore che ricorda Pietro è indubbio, ma il GAS non può interagire con la Grande Distribuzione almeno per come è pensata allo stato attuale… Un GAS la deve contrastare per quanto possibile. Deve far capire al signor Conad o al Signor Coop fino all’odiatissimo Signor Bennet che al cliente di queste parti piace più il Latte di Matteini, il Formaggio e la carne di Sadurano o la verdura di Mengozzi (piuttosto che prendere le mele dal Cile!!); oppure che al cliente interessa più la qualità, la genuinità e il rispetto delle persone che producono, piuttosto che la pubblicità o i punti risparmio… Credo che il GAS debba agire sui consumatori e non interagire con i distributori..bisogna svuotare i supermercati..e poi si inizia a ragionare!!!
Ciao eh… che è ora!!
Alex.
Condividendo ciò scrive alex completerei immaginando un supermercato che potrebbe offrire qualcosa al quale neppure un gas puo’ arrivare ad esempio la sarebbe possibile il “detersivo alla spina” tanto per dire che se le scelte della distribuzione di massa nei confronti dei generi alimentari freschi sono certamente perdenti (dal punto di vista del consumatori) ci sono invece altre tipologie di prodotti che invece potrebbero essere più efficaci anche per i nostri canoni gestiti e distribuiti in un supermercato…
Rimane la cosa che i produttori devono comunque vendere ed i produttori bio, in generale cercano anche un mercato etico, ma il mercato centrale di Bologna che Mengozzi per esempio andrà a visitare stanotte alle 23 dopo aver dormito niente e lavorato tutto il giorno è l’unico posto dove la produzione te la comprano sicuramente.
Da Bologna la verdura può finire in ogni dove.
L’altra sera quando discutevamo se fare la cena di settembre per promuovere il gas ed ampliarlo o fare una cosa tra di noi per magari recuperare chi si è perso per strada, abbiamo scelto la seconda via che economicamente è sfavorevole per i nostri fornitori.
Quindi, non possiamo nemmeno mettere la testa sotto terra, se non si ampliano i gas i supermercati non si svuotano.
Credo valga la pena rifletterci su in quanto se si vuole tenere una linea di contatto con il gas supremo o supergas, qualcosa bisogna pur dire ed una posizione bisogna prenderla, fermo restando che io sono felice di essere ingasato.
Credo e propongo che sarebbe interessante, magari a settembre o ottobre se lo credete, far partecipare ad una riunione del Gas un responsabile di Prober, http://www.prober.it associazione con cui collaboro tra l’altro da alcuni anni.
Lunedi parto e vado a vedere finalmente la famiglia, sò contento.
Pietro